lunedì 9 agosto 2021

L'epoca del giornalettismo

Il filosofo tedesco Oswald Spengler, nel suo monumentale Il tramonto dell’Occidente, sosteneva che nei tempi antichi si aveva la retorica, mentre nell'Occidente si ha il giornalismo che però è al servizio di quella cosa astratta che rappresenta la potenza della civilizzazione (parole sue), il danaro. Vero o no che sia, faccio parte di questo Occidente e la sensazione di essere in un’epoca dominata da un certo tipo di giornalettismo mi sembra sempre più palpabile… 

 

Quando insegnavo a scuola, per circa una decina di anni, ho potuto avere tra la mani e poter sfogliare e leggere tre quotidiani ogni giorno

Non ricordo per quale motivo e per via di quale iniziativa ciò potesse accadere ma ogni giorno ne venivano consegnate diverse copie all’istituto dove lavoravo e quando lasciavo la scuola molte volte trovavo ancora qualche copia a disposizione da poter leggere a casa. 

I quotidiani disponibili erano Il Corriere della Sera, La Repubblica e Il Giorno (allora si chiamava ancora in questo modo). 

Le notizie che leggevo erano in larga parte le stesse. L’interpretazione e l’analisi critica quando occorreva erano un pochino diverse, ma in linea di massima parlavano sempre delle stese cose. 

Avevo quasi la sensazione che i giornali scrivessero soltanto di cose che dovevano in qualche modo influenzare la tua vita secondo certe direttive. 

Alla fine ero nauseato da quello che leggevo e ho cominciato a pensare che ci fosse qualcosa di artefatto e studiato nell’informazione, tanto da allontanarmi definitivamente dalla lettura delle testate e sufficiente a spingermi a detestare i vari protagonisti presenti sulle pagine di quel tipo di carta stampata. 

Pensavo di aver toccato il fondo una quindicina di anni fa. 

Ma il peggio non era ancora arrivato. Negli ultimi tempi la situazione è esplosa o forse è meglio dire precipitata. 

L’arroganza di un certo tipo di informazione televisiva, la presenza di influencer tuttologi ignoranti come campane stonate, la dozzinalità delle notizie di molti portali online sembrano proprio avvalorare la tesi di Spengler, quella che ho citato nel paragrafo iniziale. 

Mi fermo dopo le prime righe in un post sul web quando nasconde in realtà un messaggio di altro genere e cambio canale televisivo dopo poche parole dello speaker di turno, appena ne colgo il tono. 

Evito accuratamente di perdere tempo con le sciocchezze dell‘influencer tuttologo di turno, indipendentemente dal pulpito da cui sproloquia. 

Concludo soltanto scrivendo che per fortuna si possono ancora leggere capolavori immortali come l’opera di Spengler. 

 

“Grazie per la lettura” 

 

Immagine - “Leggere la Gazzetta” di Nino di Mei 

 

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