giovedì 5 agosto 2021

Aneddoti

Gli ultimi due post che ho scritto e pubblicato sul mio blog sono frutto di aneddoti personali. Non c’è nulla di inventato e non sono i soli presenti. Ce ne sono diversi. Purtroppo non li ho etichettati in passato, ma desidero farlo a breve e magari creerò anche una pagina statica specifica per farli leggere più facilmente. È un qualcosa che devo fare e devo tutto questo allo scrittore inglese Bruce Chatwin. 

 

Nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, al massimo entro la fine di questo mese di agosto ho intenzione di tornare indietro alla ricerca degli articoli, presenti sul mio blog, frutto di aneddoti personali. Ne ho diversi postati e suppongo somiglino molti agli ultimi due che ho pubblicato. 

Oltre ad aggiungere l’etichettatura corretta, voglio anche creare una pagina statica dove poter inserire i post migliori e magari i più originali. 

Non so perché, ma penso che sia sempre meglio tenere a portata di mano tutto ciò che ci ispira e che per qualche motivo riesci a suggerire un qualche obiettivo mai preso in considerazione. 

Già, lo ammetto, non avevo mai pensato al valore che potevano avere i miei aneddoti, anche solo per la mia memoria e devo a Bruce Chatwin questo tipo di considerazione. 

Lo devo ai libri dello scrittore inglese. Libri che sono ricomparsi come per magia nel periodo delle pandemia in testa ai miei gusti. Da In Patagonia a Che ci faccio qui, passando per Le Vie dei Canti

Forse perché la stessa pandemia che stiamo vivendo io la vedo un po’ come una sorta di viaggio. Un viaggio solitario e particolare, per conto mio, ma sempre un viaggio. E Chatwin se ne intendeva di viaggi: di viaggi solitari. Eccome se ne intendeva. Forse devo a Chatwin questa sorta di ispirazione per via dei suoi stessi meravigliosi aneddoti: mi basta leggerli per pensare subito ai miei. 

Lo so che può sembrare quasi presuntuoso un paragone di questo genere, ma con un po’ di onestà intellettuale è facile scoprire che lo sono un po’ tutti i progetti di coloro che scrivono e io di certo non mi voglio paragonare a Chatwin, ci mancherebbe. Ma è essenziale fare palestra con tutte le occasioni di scrittura che si incontrano, che si scorgono o che ci spuntano nella mente. 

Forse perché a volte penso di non rischiare mai abbastanza con la scrittura. E forse a volte vale la pena farlo. 

 

“Grazie per la lettura” 

 

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