giovedì 15 luglio 2021

Montagne verdi

Da bambino credevo che la canzone Montagne verdi di Marcella Bella fosse un po’ dedicata al posto dove sono nato. Forse perché intorno non vedevo altro. Adoravo quella canzone e l‘ho pensato per diverso tempo… 

 

Sono nato in una casetta in mezzo al verde di un paese di montagna. La casa era circondata dai prati e i boschi si scorgevano appena fuori dalla porta. A nord, a sud, a est, a ovest, tutto era verde all‘inizio dell‘estate. 

La strada che passava sotto casa era sterrata e polverosa e per frequentare i primi anni di scuola percorrevo anche un pezzo di mulattiera dove spesso incontravo galline e tacchini. 

Noi bambini giocavamo a calcio in una piazzetta creata con una ruspa. Passava in media un’auto al giorno e quando un camion per qualche motivo si trovava a far manovra per noi bimbi era una festa e un qualcosa di mai visto. 

L’odore estivo era quello degli orti e dei campi. E i temporali di un tempo li ricordo con molta nostalgia ancora adesso. Erano il trionfo dell’estate, visto che scomparivano in poche ore sotto la curva di un arcobaleno. 

Allora per entrare in paese c’era un viale ombreggiato da una fila di faggi e su un lato del Sagrato c’erano tre alberi. Non c’è voluto molto perché tutto cominciasse a cambiare. 

Nel giro di una decina di anni perciò è cambiato tutto. Casa mia è stata circondata da una miriade di palazzi. La strada si è asfaltata e tutto il verde è andato a farsi benedire. 

Per un po’ ho potuto continuare a fare i giri nel bosco appena tornavo a casa da Lecco. Ma non è durato molto. La mia spiaggia verde estiva non esiste più. 

Adesso, in paese, ci sono più case che gente che le abita. Case protette da spessi e ingombranti muraglioni di cemento. In mezzo al paese non c’è più un albero e quando piove d’estate si sente l’odore dell’asfalto. 

Le auto la fanno da padrone e sulle piazzette è impossibile vedere bambini giocare. Neppure le montagne vicine sono rimaste uguali. Sterrati per fuoristrada hanno invaso tutto il territorio del comune. 

A me piaceva andare sugli alpeggi una volta. Mi piaceva sentire l’odore di mucche al pascolo e pure quello dei becchi e dei maiali, mischiati al profumo intenso dei rododendri. 

Ora si mangia la polvere sollevata sulle carrarecce dai suv e di montagne verdi è rimasto soltanto il ricordo di una canzone. 

 

“Grazie per la lettura” 

 

Immagine - “Baite in montagna” di Nino di Mei 

 

8 commenti:

  1. Me la ricordo la canzone, la canticchiavamo alle elementari :D
    Bella infanzia in quel posto, io invece in un quartiere popolare di Roma e durante gli anni di piombo alle volte era meglio non uscire di casa.
    Ora sono in cerca di un posto in campagna, perché di città, rumori, smog, traffico e gente non ne posso più.

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    1. Capisco benissimo il tuo desiderio di andare a vivere in campagna (sorrido perchè mi hai ricordato mio fratello con Toto Cutugno: https://www.youtube.com/watch?v=TwY-9il79g8)

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  2. Non li sopporto quelli che vanno sempre di fretta. Precisamente, cosa fanno di quei secondi guadagnati non so. Nella mia vita sono arrivato in ritardo poche volte, non uso gps (chiedo alle persone) e per adesso sono un flaneur che ama perdersi (senza guardare ossessivamente l'orologio, che non porto dalle elementari, tanto gli altri ne son provvisti.) per posti e persone.

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  3. Risposte
    1. Figurati, è successo pure a me su altri blog ed è successo ad altri lettori sul mio. Io non posso sbagliare perché le risposte sono nidificate... In ogni caso ho deciso di lasciare solo un post nel frame e devo a te questo suggerimento che migliora la leggibilità del blog

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