martedì 27 luglio 2021

Crisi climatica nel cervello

Alcune settimane fa mi è capitato di finire in una discussione sulla Crisi climatica attuale. Sono rimasto colpito dal fatto che secondo alcuni twittatori una delle cause di questa situazione sia da associare all’aumento e alla sovrappopolazione dei paesi del cosiddetto terzo mondo e non dagli sprechi e dal consumismo sfrenato di una percentuale ben più piccola e ricca della popolazione mondiale. La faccenda mi ha fatto riflettere e penso che per molta gente la crisi climatica sia solo nel cervello… 

 

Non so quanti vestiti possiedo da buttare via. Ora non spendo più come una volta, ma ho da parte una mezza dozzina di giacche e un paio di abiti fuori moda e poi giacconi di ogni tipo. Non parliamo della scarpe, delle magliette e di molto altro. 

Certo in passato qualcosa ho donato alla Caritas e ad altri enti che raccolgono questo tipo di indumenti e calzature, ma ogni stagione e ogni anno che passa serve per aumentare la collezione di questa roba negli armadi e negli scaffali. E non sono neppure tra i più vanitosi. 

E veniamo alle auto. 

In vita mia ne ho cambiate cinque. Le ho sempre acquistate nuove ma di piccola e media cilindrata. La prossima probabilmente sarà un’auto elettrica. Sarò una di quelle - tra due o tre miliardi - persone che nel giro di una ventina di anni cercheranno ipocritamente di fare un piacere al clima e all‘ambiente smettendola di usare auto che alimentano gas serra e quant’altro. 

Dovrò farlo se voglio continuare a usare l’automobile per fare la mia vita di sempre e se voglio andare in un locale dove poter sfoggiare la mia giacca nuova alla moda. Dovrò farlo se voglio continuare a recarmi a un evento il sabato sera o se voglio andare in vacanza con i miei mezzi senza perdere tempo in stazioni e aeroporti. 

Tanto non sono io a consumare le risorse della terra. 

In casa mia - per ora - non manca l’acqua e cosa importa se ne consumo in un giorno una quantità che sarebbe sufficiente per una settimana ad almeno dieci persone del cosiddetto terzo mondo? 

Insomma io credo di essere uno dei responsabili di questa situazione, senza dubbio lo sono più del clima, che poveretto subisce la nostra arroganza e prepotenza. 

Ma sono stato abituato in questo modo,tuttavia non credo sia giusto chiamarla crisi climatica. 

Mi hanno insegnato a dare la colpa al disboscamento in Amazzonia, nel Congo o nel Borneo e non alla cementazione della zona in cui abito (per la cronaca una delle aree più inquinate d’Italia). 

Ecco io penso che sia più una crisi degli esseri umani più che una crisi climatica. 

Mi hanno insegnato a consumare il più possibile e a spendere e a far girare l’economia. Tanto è facilissimo dare la colpa a qualche poveretto che neppure conosciamo e che fa fatica magari a nutrirsi una volta al giorno. 

Non credo sia giusto chiamarla climatica. 

La terra tra un milione di anni sarà tutta un’altra roba. Magari più bella e più sana, o magari il contrario. Magari non ci saremo più e farà più caldo lo stesso e ci sarà qualche essere che intaserà l'atmosfera facendo bolle di sapone. 

Oppure ci saremo ancora ma nel frattempo il clima sarà più freddo e potremo circolare solo con maschere e respiratori. 

Non lo so. Non lo posso sapere. Se solo diventassi più consapevole del superfluo che attivo ogni girono, molto probabilmente capirai davvero che la crisi climatica è soltanto nel mio cervello. 

Ma noi essere umani non sappiamo prenderci le responsabilità. La colpa è sempre di qualcun altro. 

 

“Grazie per la lettura” 

 

Immagine - “Alba sul mare” di Nino di Mei 

 

4 commenti:

  1. Ho il sospetto che ai grandi inquinatori faccia comodo che il piccolo consumatore si senta "colpevole" dei dissesti climatici... a loro serve un alibi.
    Il pianeta viaggia a due velocità, una metà spreca e l'altra soffre... il problema è che riparare è molto più costoso e complicato che fare il danno...

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  2. Mi stupisco che tutte persone che hanno figli non si preoccupino del loro futuro su questa terra. Mi sembra un atteggiamento irrazionale ostinarsi a non voler essere consapevoli di quello che lasciamo in eredità al futuro!

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    1. Per risolvere un problema bisognerebbe consapevolizzarsi e assumersi la responsabilità. Purtroppo molta gente continua a pensare che basta cambiare l'auto o molto più semplicemente prendersela con il Brasile o peggio ancora con chi vive in capanne di sterco... Grazie Sara

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