domenica 13 giugno 2021

Il libum di Catone

L’estate, nel mio caso, si presta sempre a qualche semplice sperimentazione gastronomica. È in questo modo che ho gustato i panini con la bresaola e le mele granny smith. È in questo modo che ho provato il cioccolato fondente grattugiato sullo zola, quello forte. Non mi lascio di certo scappare il libum di Marco Porcio Catone a questo punto. 

 

Nella sua opera De agri cultura (opera che tornerò a citare prossimamente anche nella rubrica dei Record culturali) Marco Porcio Catone scrive la ricetta del libum: una sorta di focaccia fatta con farina, un uovo e formaggio di pecora, ornata con delle foglie di alloro una volta cotta. 

Ecco ora mi sa che lo devo provare questo libum (traducetela voi se conoscete il latino): 

“Libum hoc modo facito. Casei P. II bene disterat in mortario. Ubi bene distriverit, farinae siligineae libram aut, si voles tenerius esse, selibram similaginis eodem indito permiscetoque cum caseo bene. Ovum unum addito et una permisceto bene. Inde panem facito, folia subdito, in foco caldo sub testu coquito leniter.” 

A me sembra buona, questa focaccia. Dopotutto come ho scritto nel paragrafo iniziale di questo articolo il periodo estivo si presta a sperimentazioni alimentari e culinarie. Magari non ho voglia di cucinare e recupero semplicemente quello che ho in casa di fresco. 

A volte basta una semplice fetta di pane e del formaggio d’alpe per una cena originale e saporita. 

A volte si va di un miscuglio di tutte le verdure possibili crude in insalata e frutti di stagione, quelli che si trovano, in macedonia. 

Ora, ammetto che mi ha incuriosito questa focaccia di Catone. Forse soltanto per gli ingredienti citati o forse perché mi pare piuttosto semplice da preparare. Da quello che ho letto e capito veniva consumata nei periodi festivi e valeva come offerta votiva e per gli anniversari e per i matrimoni. 

Insomma magari trasformo casa mia in una taverna o una bettola di Roma Antica e provo a metterla in tavola, neanche fossi il figlio di un censore. In fondo un po’ di farina, del pecorino e un uovo non mancano mai in casa mia. 

Chissà mai che non mi venga una libagione deliziosa. 

Chissà mai che non mi venga davvero un qualcosa di speciale per una cena estiva nuova e antica allo stesso tempo, magari degna pure di un personaggio storico come Catone. 

 

“Grazie per la lettura” 

 

Immagine - Pubblico dominio 

 

Fonti: 

- De agri cultura 

 

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