sabato 26 giugno 2021

Cultura imposta

Da qualche anno faccio fatica a comprare e leggere romanzi e saggi di autori contemporanei. Da molto più tempo faccio fatica a comprare della musica e soprattutto da molto tempo ancora non vado al cinema. E non parliamo di arte. Non vorrei scriverlo ma ho la sensazione che ci sia una cultura imposta a monte che purtroppo non corrisponde ai miei valori estetici… 

 

Non me la sento di scrivere i titoli dei romanzi e dei saggi di autori contemporanei che ho acquistato negli ultimi anni. Il più delle volte sono stati delle enormi delusioni. Romanzi e saggi scritti solo per cavalcare le tematiche di moda e seguire quell’insopportabile politicamente corretto che ormai trova spazio anche nelle situazioni più anguste. Romanzi e saggi che non mi hanno lasciato dentro nulla di nuovo e che mi hanno fatto rimpiangere gli euro spesi. 

Peggio ancora va con la musica, l’ultimo acquisto musicale risale all’inizio del duemila. Avevo acquistato la colonna sonora di Hans Zimmer creata per il film La sottile linea rossa e anche in questo caso ero rimasto un pochino deluso perché tra le tracce non compariva In Paradisum di Fauré. L’ultimo lavoro pop o rock, quello che volete, è invece una raccolta dei successi di Springsteen presa in un autogrill. 

Del resto è meglio che non parli. Sono finiti i tempi in cui cantavo come un matto in auto quando ascoltavo la canzone del cuore per radio. 

Ora vedere gente celebrata per convenienza o per motivi politicamente corretti più che per un reale spessore artistico, la dice lunga su come la penso in merito e non crediate che lo dica per invidia (in questi contesti basta criticare lo status quo che si passa per invidiosi), ci sono ben lontano. 

Non si salva neppure il cinema e la televisione. 

Gli ultimi film che mi hanno appassionato e impressionato positivamente sono alcuni lavori di Malick (La sottile linea rossa, Il nuovo mondo, The Tree of Life), ma forse questo dipende anche dal fatto che di fondo ho una visione estetica e filosofica che mi avvicina al regista americano. 

Riguardo alla televisione ho scritto un post pochi giorni fa in merito e credo non sia il caso di aggiungere altro. 

Per l’arte non va meglio. 

Mi esalta sapere che opere di Picasso o di Cezanne riescono ad avere quotazioni milionarie in un‘asta, mi deprime però quando sullo stesso piano si mettono le sciocchezze di un Banksy o personaggi simili supportati da lobby e organismi politici. 

Insomma a me la cultura imposta che sembra trionfare in questo inizio di secolo non piace per niente. 

 

“Grazie per la lettura” 

 

Immagine - Promo Livio Gianola Trio 

 

8 commenti:

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    1. E sono piuttosto pessimista al riguardo, diventa ogni giorno più lampante questa imposizione

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  2. Mi pare una teoria interessante ma, secondo me, andrebbe completata ipotizzando il perché di questo fenomeno: chi c'è dietro? a chi giova imporre questa cultura e perché? alternativamente chi ci guadagna?

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    1. La mediocrizzazione della società è in atto da qualche decennio. Giova ai mediocri e ciò non significa persone poco intelligenti o altro: vedo uno scarso interesse nello spirito creativo e sopratutto noto poca fame. Un libro di un influencer o di un Vip danno sicuramente un riscontro certo di guadagno che sicuramente non può essere sicuro con uno sconosciuto anche se ha scritto un best seller. La musica esce tutta da programmi televisivi pilotati dalle case discografiche che pagano per imporre le loro proposte, una volta c'era il cantagiro e ti poteva capitare il cantante sconosciuto con ugola favolosa che saliva su u n palco in un paesino sconosciuto. Ma si potrebbe prendere esempio a quello che succede nel calcio. Ora bisogna andare in una scuola calcio e pagare se si vuole avere una piccola possibuilità di finire in una grande squadra. Tutto è stato commercializzato e nessuno rischia

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    2. Insomma vedi una società tesa a ricercare il profitto facile antponendolo al merito, al talento, alla creatività; soprattutto se la promozione di questi presenti una componento di rischio (nel guadagno)?

      Bo... può essere... è un'idea sulla quale dovrei riflettere maggiormente...

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    3. Forse non è neppure un discorso legato al merito. Penso agli scrittori che vedo condivisi sui social, scrivono delle banalità ma passano per geni. Penso a Fedez che non è di certo un'eccellenza ma può essere replicato da migliaia di ragazzi come lui. Lo stesso Banksy che mi ricorda con i suoi lavori ciò che facevo in terza media mischiando applicazioni tecniche ed educazione artistica. Ma sono cose che non si possono dire perchè fanno comodo ed hanno una resa sicura

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  3. Io avverto l'esigenza di leggere autori contemporanei,non parto però da grandi aspettative.

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    1. forse sono le aspettative anche nel mio caso a frenarmi, mi aspetto troppo ed è facile restare delusi

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