martedì 1 giugno 2021

Ciò che si ha e ciò che si è

Non pensavo ci fosse gente che sapesse cosa possiedo o che fosse così interessata a farmi i conti in tasca. Non pensavo neppure ci fosse gente che guardasse come mi vesto e si chiedesse che auto guidi e dove la parcheggi. Non pensavo ci fosse così tanta gente di questo tipo. Peccato che ci sia poca gente che si chiede chi sono… 

 

Non credo di essere una persona avida. Forse sono stato geloso un pochino dei miei soldatini ma non ho mai davvero invidiato qualcuno per ciò che possiede e non mi è mai interessato arraffare il più possibile. 

Ho mandato al diavolo senza tanti rimpianti due carriere bene avviate quando mi sono accorto che erano parte di un mondo soltanto esteriore che non faceva per me. Non ho mai cercato amicizie per quello che vedevo in loro possesso, le ho sempre cercate per quello che erano e sono sempre difficili da scovare le seconde. 

Mi considero pure una persona generosa per quello che mi è possibile, nel senso che non ho mai fatto un qualcosa verso qualcuno per avere un semplice tornaconto, magari addirittura premeditando questo gesto di generosità. 

Ovviamente questo modo di vedere le cose inconsciamente mi mette nella condizione di pensare che anche gli altri abbiano questa visione e devo confessare che è stata dura nel passato rendermi conto che non è affatto così. 

“Le persone sono generose per la loro stessa natura”, mi dicevo. 

Insomma, dubito davvero che funzione davvero in questo modo. La sensazione che molta gente non sappia andare oltre il mero possesso materiale proprio e quello che vede negli altri non me la toglie nessuno di dosso. 

La sensazione che ci siano delle persone che addirittura contino i respiri che ti dedicano per poterteli rinfacciare in un secondo tempo si è fatta ancora più pressante ed evidente in questo periodo di pandemia. 

Ora credo si tratti di una riflessione un po’ amara quella che faccio. Sono tuttavia dell’opinione che è frutto di ciò che la nostra società fa passare e incentiva. 

È più facile trasformarci in schiavi inculcandoci il desiderio del possesso in tutti i modi possibili, che invitandoci a essere se stessi. 

Meglio far parte della massa, ostentare le cose che tutti ostentano e fare i conti in tasca a chi si incontra per strada, che cercare di vedere cosa una persona ha dentro e cosa c‘è veramente dietro i nostri occhi illusori. 

No, non è facile “essere” al giorno d’oggi. 

 

“Grazie per la lettura” 

 

Immagine - “Uomo in canottiera” di Nino di Mei

 

6 commenti:

  1. Il mantra del possesso è insito nelle modalità in cui abbiamo costruito la nostra società, purtroppo. Tra l'altro, non si scorgono all'orizzonte segnali che autorizzino una qualche forma di ottimismo relativamente a un cambio di rotta. O almeno, io non ne vedo.

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    1. Infatti non si vede in nessun modo, il guaio è che questo mantra del possesso e vivo in ogni livello delle società

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  2. Ho lasciato un solo commento in mattinata e solo adesso leggo il tuo post, in un certo senso hai avvalorato ciò che avevo commentato, menzionando proprio il possesso, anche se il tema era leggermente differente ho fatto la stessa amara riflessione.

    "Ora credo si tratti di una riflessione un po’ amara quella che faccio. Sono tuttavia dell’opinione che è frutto di ciò che la nostra società fa passare e incentiva."

    La consapevolezza di tutto ciò fa un po soffrire perché volente o nolente è proprio frutto di questa" nostra società..

    Buona serata


    L.

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  3. Quello di essere "misurati" rappresenta il lato "oscuro" dell'essere bianchi e occidentali

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