Forse è del tutto naturale che ci siano ancora e magari intitolare un post “C'erano una volta le copertine sui quaderni“ può sembrare un pochino fantasioso, ma abbiate pazienza non è affatto così. Seguitemi e continuate a leggere se volete capire cosa intendo.
Non so con quale materiale vanno a scuola i bambini al giorno d’oggi. Una volta, in casa mia, passavano i nipotini e qualcosa potevo ricavarne, ma ormai è da molto tempo che non ho la possibilità di vederne e ovviamente non posso sapere cosa mettono nella cartella. Anzi nello zainetto. E neppure posso sapere come trattano questo materiale.
Ecco perché mi sono lasciato prendere un pochino dalla malinconia redigendo questo post.
Ricordo ancora la mia cartella. La cartella con l’astuccio, i quaderni a quadretti, i quaderni a righe, i libri e l’album da disegno. Oltre a vederli davanti ai miei occhi ne sento ancora l’odore. Un odore molto famigliare.
Già, ricordo che la mia mamma ci faceva sempre rivestire e mettere una copertina su tutto quello che usavamo per la scuola. Non di quei rivestimenti in plastica che si acquistavano, noi - io e i miei fratelli - usavamo la carta presa in bottega, quella che mio padre usava per fare i pacchetti delle forbici che vendeva.
La mia mamma, come ho già scritto, voleva dei rivestimenti su tutto. Non tergiversava. Voleva le copertine di carta sui quaderni, sui libri, sugli album da disegno. Tutto il materiale scolastico era rivestito con una una carta marroncina spessa, tendente all’arancione.
Credo fosse un po’ un marchio di fabbrica. E suppongo che sino al primo anno delle superiori il mio materiale scolastico si presentava in quel modo.
Ancora adesso in solaio ho parte di quel materiale. Ci sono alcuni libri e diversi quaderni rivestiti con quella copertina. È incredibile che abbiano resistito tutto questo, a parte un po’ di polvere.
Ovviamente l’aspetto romantico va oltre al fatto che questi quaderni e questi libri con la copertina siano ancora intatti, nonostante sia passato tanto tempo.
In questi decenni trascorsi in una cassa hanno mantenuto l’aspetto di allora.
C’era l’amore della mia mamma in quelle copertine.
C’era un lavoro certosino fatto con le forbici, con lo scotch - quello trasparente - e la colla. Con il ritaglio preciso della carta, le pieghe sugli angoli e poi il lavoro d’intestazione, quello che non si poteva sbagliare, pena rifare completamente la copertina e perdere di nuovo un quarto d’ora che si poteva dedicare al gioco.
Non lo so perché, a volte, mi faccio sommergere dai ricordi e mi vengono in mente certi post.
“Grazie per la lettura”
Immagine - “Banco di studio” di Nino di Mei
Anche mia madre rivestiva i libri di scuola con plastica trasparente, mentre ho i libri di mio padre rivestiti di carta. Era per non farli rovinare.
RispondiEliminaMagari, se trovo il tempo, metto una copertina ai libri di tutta la mia libreria, li renderò ancora più di mia proprietà
EliminaIo sto cercando invece quei rotoli di plastica trasparente che si usavano per rivestirli, ci voglio foderare edizioni dei primi del '900 che ho, che sono delicate.
EliminaNon so aiutarti. le cose preziose è utile preservarle
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