martedì 2 marzo 2021

Un anno di pandemia

Da ieri mattina sono di nuovo in zona arancione. Per almeno due settimane. Insomma dopo un anno e dopo i continui cambi di colore siamo ancora al punto di partenza e la situazione sembra non voler evolvere. Non vedo per il momento molte scappatoie e non vedo un ritorno alla vita normale a breve. Anzi… 

 

Lo confesso, non ho trascorso un anno molto bello e piacevole da quando è scoppiata la pandemia nel febbraio dello scorso anno. 

Nulla di drammatico visto che io e nessuno dei miei cari si è ammalato, cosa più importante, ma le cose sono ferme sia dal punto di vista materiale e sia dal punto di vista immateriale e nel mio caso una condiziona l‘altra. 

Per un motivo o per l’altro, a due riprese, sono rimasto in zona rossa cinque mesi e altri quattro di questi hanno avuto un colore soltanto un pochino più sbiadito. 

Soltanto la scorsa estate le delibere e i decreti hanno concesso qualcosa a una certa forma di libertà individuale ma purtroppo non ha concesso molto alle mie attività. 

Ho potuto organizzare un solo concerto, un po’ pochi visto che di solito ne organizzo due al mese. 

Da quando è scoppiata la pandemia non ho più messo piede in un teatro e una mostra di pittura in fase di allestimento è destinata a chissà quando. 

Purtroppo tutto è confinato a qualche lezione via skype e a qualche intervento e a qualche consulenza online

Adesso se questa specie di confinamento sotto certi aspetti è in grado di favorire la creatività, paradossalmente mi stanno mancando, le folle, gli assembramenti di persone e le feste. 

Purtroppo non sono molto fiducioso per quello che mi aspetta nel prossimo periodo. Temo che sino al termine di questa primavera le cose non cambieranno molto. 

Poi vedremo. 

Magari con la prossima estate le cose cambieranno. 

Non so cosa pensare o forse lo so… 

Forse ci vorrebbe qualche processione di quelle che facevano i contadini e gli agricoltori una volta. Le processioni religiose per difendersi dalle calamità e dalle pestilenze. Quelle contro la siccità, contro le alluvioni, contro la peste e chissà che altro ancora. 

Forse è per questo motivo che inconsciamente ho inserito un lavoro a olio che ritrae una cappella votiva. I nostri vecchi avevano una fede profonda in merito a queste situazioni. 

Magari un po’ di fede dovrei averla anch’io. 

 

“Grazie per la lettura” 

 

Immagine - “Cappella votiva” di Nino di Mei 

 

8 commenti:

  1. La fede è fondamentale, ma vista la situazione temo che una processione sarebbe "pericolosa" nel senso che gli assembramenti sono ovviamente un rischio per la diffusione del contagio.
    Certamente capisco la tua demoralizzazione, quando ho letto che a Brescia la situazione è nuovamente critica mi si è stretto il cuore, sarà che sono stato tante volte da quelle parti, nella zona meridionale del lago di Garda, i paesini del lungolago li ho girati tutti, a Brescia stessa e a Bergamo ci sono stato, sono luoghi così belli, è una tristezza enorme sapere che chi abita da quelle parti sta passando dei mesi così difficili. Non sono un credente molto ortodosso, ho un approccio alla fede da eretico (da cui il mio nickname "ariano", come gli eretici che seguivano le dottrine del vescovo Ario) perciò non sono la persona più indicata per l'argomento, però in qualche modo credo (provo a credere) che esista un'entità superiore. Spero che questa fede possa animare tutti voi lombardi fino a quando tutto sarà finito e potrete riprendere la vita in modo normale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Ariano, io non sono credente, ma ho voluto ricordare come la fede era d'aiuto in tempi lontani, anche soltanto per suggestione. Aver perso quel senso della religione che avevo da bambino ora come ora lo trovo davvero triste.

      Elimina
  2. Bisogna portare pazienza, tanta!

    RispondiElimina
  3. Visti i tempi *reali* che si stanno prospettando per una vaccinazione di massa, temo proprio che ne avremo ancora per parecchio. Io per mia fortuna non ho problemi a lavorare a casa ma anche per i contatti di lavoro le difficoltà hanno pesato e stanno pesando perché per tanti altri la situazione è dura anche da quel punto di vista.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Davvero, non passa giorno senza che mi renda conto che ci sia qualcuno messo peggio

      Elimina
  4. Vedi all'inizio dove non avevamo la minima consapevolezza di quello che sarebbe stato il seguito...seguito che ci ha portato ad oggi,un po' è stata di sicuro la forza di tanti .Oggi invece siamo più prevenuti nel senso che sappiamo che la situazione possa dilungarsi ancora e onestamente non penso tu sia il solo a sentirti così ,forse una sorta di "processione" sta avvenendo comunque anche solo condividendo uno stato di attuale consapevolezza .Non saprei come dire magari Einstein ha potuto illuminarci anni fa ,vedendo la "crisi" come momento di grande benedizione per le persone e le nazioni .Come dicevo
    giorni fa ad una cara persona ...il punto è che le Nazioni non ci sarebbero senza persone e quelle persone dovrebbero reinventarsi dal nulla ,appellandosi alla creatività.E pensare che perfino Vittorio Alfieri si lego'ad una sedia per riuscire a portare a compimento ciò in cui credeva ...bah io vedo qui entrambi che ci dicono :e allora?


    So che puoi dirmi di essere giunto a compimento ma legato dalla situazione ...ecco non sarebbe stato peggio essere legato alla situazione.

    "Nulla di drammatico visto che io e nessuno dei miei cari si è ammalato, cosa più importante"

    Buona serata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le "crisi" dovrebbero essere sempre una benedizione per le persone, sempre che ognuno ci metta il proprio e non si faccia trascinare

      Elimina

Questo blog ha i commenti in moderazione.

Info sulla Privacy