Mangiare fiori è un qualcosa di ricorrente del mio mondo fantastico. Nel primo romanzo che ho scritto, il protagonista, esule su un esopianeta abitale, si nutre di fiori eduli. Anche da bambino, nella baita che usavamo come capanna per i nostri giochi, io e i miei cugini mettevamo nei piatti e nello scodelle dei fiori e fingevamo fossero pietanze commestibili. In realtà, tolti i fiori di zucca in pastella, non ho mai mangiato dei fiori ma so che si usano in cucina.
Il primo romanzo che ho scritto si intitola La porta del trionfo.
Da qualche parte devo aver scritto che è una via di mezzo - da prendere con le pinze - tra Guerre stellari e I promessi sposi, una storia d’amore mista a un romanzo di formazione e che senza presunzione ricorda un paio di saghe letterarie tanto in voga in questo secolo.
Il protagonista è un adolescente che da Agadir per una serie di motivi si ritrova a vivere in un lontano pianeta fuori dal sistema solare. Il romanzo non lo possiedo in formato digitale.
È scritto a mano con delle matite su una decina di notes a quadretti. Un’impresa pazzesca allora, che la dice lunga su come fosse in quel periodo la mia passione per la scrittura. Devo averli da qualche parte, quei quaderni, e magari un giorno mi prenderò l’onere di riscrivere la stessa storia al computer.
Non lo so.
Il nostro eroe, in ogni caso, deve nutrirsi di fiori ed è questa immagine che mi ha suggerito questo spuntino letterario. Un’immagine, tuttavia, avvallata nel romanzo dai miei giochi di allora.
Già.
Da bambino, su al maggengo, io, mio fratello e i miei cugini potevamo utilizzare una vecchia baita e spesso nelle nostre avventure, nel finto pranzo, mettevamo dei fiori nelle scodelle.
Ma non li mangiavamo, era solo una finta. Ma è un’immagine che faccio fatica a dimenticare e mi ha seguito per talmente tanto tempo da costringermi a immortalarla in un romanzo.
Ora so che ci sono molti fiori eduli. So che alcuni di essi vengono aggiunti alle insalate. Certi fiori si mettono sulla pizza. Molti altri sono utili per i dolci e per le tisane. Io purtroppo non sono mai andato oltre i fiori di zucca, fritti in pastella. Un qualcosa che apprezzo ancora adesso.
Magari questo post mi spingerà a mangiare rose e margherite. D’altra parte la primavera è appena dietro l’angolo e magari potrà suggerirmi qualche piatto.
“Grazie per la lettura”
Immagine - “Vaso di fiori” di Nino di Mei
Il disegno è delicato e molto bello, i fiori li ho provati nella camomilla
RispondiEliminaSolo fiori di zucca ho provato, grazie
EliminaMia sorella ha raccolto delle violette nel nostro terreno e le ha fatte zuccherate :
RispondiEliminaSi usano per guarnire i dolci. Sanno di fiori...
Il romanzo sembra interessante, digitalizzalo.
Anche una persona su linkedin mi ha suggerito fiori usati per guarnire dolci.
EliminaSarà una faticaccia quel lavoro di digitalizzazione, è u n romanzo molto immaturo
Ciao Ferruccio, ho visto a Masterchef, un super cuoco che cucinava tantissimo coi fiori! Penso anche se li faccia pagare profumatamente!
RispondiEliminaBuona serata
Anna
ahhh, immagino siano davvero profumatamente cari
EliminaGrazie Anna