A me il blog serve anche per appuntare impressioni utili a scrivere nuove storie e nuovi racconti. Credo che si siano molti post e articoli con queste caratteristiche. Dopotutto, a volte, basta un sogno per far volare lontano la fantasia e aver qualcosa da segnare. Un po’ come mi è successo qualche notte fa, quando ho colto il mio cognome anagrammando Enola Gay.
Suppongo che tutti sappiano cosa sia l’Enola Gay e cosa ci sia dietro a questo nome. Storia mondiale.
Se non fosse così facciamo un piccolo ripasso.
L’ Enola Gay è il nome del bombardiere B-29 Superfortress che sganciò la prima bomba atomica sul Giappone, quella su Hiroshima. Il nome dell’aereo, per chi non lo sapesse, è quello della madre del pilota.
Ovviamente il nome è anche il titolo di una canzone degli anni ottanta di enorme successo, una canzone degli OMD.
Adesso, devo però ammettere, che il sogno che mi ha ispirato questo post e una possibile storia da scrivere in futuro va collegato non alla canzone ma all’aereo.
Un aereo che del tutto improvvisamente è comparso nella mia mente mentre dormivo poche notti fa: il bombardiere che portava Little Boy però si chiamava Gianola.
Il giorno dopo ci ho pensato e mi sono accorto della strana affinità del cognome con il nome vero dell’aereo. Non ci avevo mai fatto caso prima, benché conosca molto bene il nome di quell‘aereo e quelal storia.
Be’ il mio cognome è quasi l’anagramma completo di Enola Gay, basta solo togliere la E iniziale e sostituire una i alla y e come per magia il gioco è fatto e si può leggere Gianola. Nel sogno però non c’erra nulla di magico e neppure si giocava.
Confesso che era quasi un incubo, visto che i servizi segreti giapponesi cercavano tutti i Gianola del mondo, per poterli processare.
Ho nella mente solo il mio cognome sulla scocca dell’aereo e alcuni militari giapponesi, ma mi sono svegliato prima di conoscere gli sviluppi. Ovviamente per ora è soltanto uno spunto.
Non so neppure se in seguito ci scriverò davvero qualcosa, benché abbia sentito il bisogno di scriverci subito un post, per immortalare la scena.
Strano comunque che soltanto adesso mi sia reso conto di questa associazione e di come un semplice anagramma possa consentire certi collegamenti.
Strano che non abbia mai colto questa affinità.
Che cosa volete, forse dovevo diventare prima uno scrittore per poter capire il significato che c’è sotto.
“Grazie per la lettura”
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Hai mangiato un po' pesante
RispondiEliminaOgni tanto è necessario
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