Non so perché ma suppongo che questa zuppa di lenticchie letteraria mi sia stata suggerita dallo scrittore e gastronomo Pellegrino Artusi. Non c’è un motivo particolare, forse è soltanto colpa del fatto che un anno di pandemia e di clausura ha migliorato la mia abilità in cucina e mettendo questa abilità in parole mi sento vicino un poco all’autore de’ La scienza in cucina e l‘arte di mangiar bene.
Da quando siamo in pandemia, con le chiusure che continuano, non sono più andato al ristorante e neppure in pizzeria.
Un bel po’ di tempo.
In realtà la faccenda non mi preoccupa affatto, sono aspetti dalla mia vita che al momento mi mancano relativamente, anche perché nel frattempo ho cercato di migliorare la qualità dei miei piatti, un po’ come faccio anche con il blog.
Nel periodo citato mi sono cimentato in piatti che prima di qualche anno fa avevo solo divorato e il risultato non mi sta deludendo, sia dal punto di vista del gusto e pure del portafoglio, dato che cerco di prendere roba buona senza spendere troppo.
Negli ultimi tempi mi viene uno spettacolo la zuppa di lenticchie, quella che per qualche istante mi ha fatto pensare che potrei essere associato allo scrittore citato. Non immaginate come mi viene gustosa e saporita.
A dire il vero sino a qualche tempo fa non ero un particolare estimatore delle lenticchie, le mangiavo con il cotechino, col le salsicce, con la polenta, ma senza troppo entusiasmo.
Da quando ho iniziato a preparare questa zuppa, tuttavia anche le lenticchie sono salite tra le mie preferenze culinarie.
Certo, per farla buona, non bisogna prendere le lenticchie in scatola, occorrono quelle secche, quelle da lasciare in ammollo una notte prima di poterle cucinare.
Ovviamente mi servo di un brodo vegetale a monte, preparato con una patata, una cipolla, del sedano, delle carote e un pomodoro.
Poi inizio con un soffritto fatto con olio extravergine di oliva, aglio e cipollotto tagliati fini. Soffriggo il tutto in una padella abbastanza capiente, sfumandolo con del vino bianco.
Poi ci metto una patata tagliata a pezzetti, una carota e una zucchina tagliate a rondelle e faccio amalgamare qualche minuto.
Ci aggiungo un paio di mestoli di brodo vegetale, sufficiente per coprire tutta la verdura e faccio cuocere a fuoco lento.
Quando il brodo è evaporato ci aggiungo le lenticchie e altro brodo e faccio cuocere il tutto per un’ora e mezza, controllando ogni tanto la densità della zuppa.
Si mangia ben calda, con dei crostini di pane, del grana grattugiato e un filo di olio extravergine. La zuppa, se avanza, è formidabile anche riscaldata.
“Grazie per la lettura”
Immagine - “Davanti al focolare” di Nino di Mei
mi piacciono questi post, mi piacciono i quadri
RispondiEliminaSono contento, grazie mille!
EliminaMi hai fatto venire voglia di cucinare, nonostante l'ora. La tua zuppa di lenticchie sarà presto in tavola.
RispondiEliminaBuon appetito, a qualsiasi ora!
EliminaPellegrino Artusi è una delle figure che vorrei approfondire. Mi sembra già di sentirlo il profumo di quella zuppa, e so, per via di altre esperienze, che certi semplici piatti d'autore il giorno dopo sono pure meglio!
RispondiEliminaMi sa che devo farlo anch'io!
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