Per redigere un post relativo a uno spuntino letterario associo un alimento che mi interessa con la voce scrittore e vedo cosa mi rispondono i motori di ricerca. Non potevo trascurare la mostarda da questo giochetto, visto che si tratta di un prodotto culinario di cui vado pazzo. E a volte sono fortunato: la ricerca l’ha associata allo scrittore e poeta Alessandro Tassoni. Non lo avevo mai sentito nominare.
Alessandro Tassoni, scrittore e poeta modenese, mi è del tutto nuovo. Lo dico spassionatamente. Non ricordo di averlo sentito nominare da nessuna parte, scuola compresa, prima di qualche giorno fa, quando mi sono trovato a redigere questo articolo.
Volevo parlare della mostarda e volevo trovare qualche collegamento letterario con essa, un po‘ come ho fatto altre volte con altri alimenti. Avevo dei dubbi a dire il vero e temevo che alla fine non avrei trovato nulla, invece, come ho scritto nel paragrafo iniziale, ho avuto fortuna, anzi molta fortuna.
Nel poema eroicomico La secchia rapita, del citato Alessandro Tassoni, si fa menzione della mostarda, dove l’autore la descrive in rima riferendosi ad alcuni doni destinati a un legato pontificio, inviato dal papa.
Ecco ora non so fino a che punto posso associare questa mostarda con quella che amo io. Quella mostarda, per dirla tutta, che mi fa letteralmente diventare pazzo e che forse mi dà pure una sorta di dipendenza, visto che a volte devo prenderla proprio per la voglia matta di mangiarla che provo.
Ora non so neppure se il protagonista del poema citato, Il conte di Culagna ne vada pazzo come il sottoscritto.
In fondo dubito sia la stessa. Dubito si tratti di quella mostarda che io gusto con un tagliere di formaggi o con dei salumi, prima ancora che con il lesso.
Be’ io ci faccio davvero una malattia, in certe situazioni me la gusto quasi in maniera rituale. E pensare che, da piccolino, quel gusto piccante e quel colore vivo della frutta non mi attraevano molto.
Guardavo mio padre e mio zio e altra gente di una certa età con una sorta di disgusto. Sono sicuro che, allora, non avrei mai pensato di trovarmi in un futuro nella parte di chi fa provare disgusto.
Non so neppure cosa mi ha spinto negli anni a metterci il naso, ma che ci volete fare, i tempi corrono e forse sto soltanto invecchiando e il mio palato si sta abituando a certi gusti.
“Grazie per la lettura”
Immagine - Pubblico Dominio
Una delizia la mostarda cremonese
RispondiEliminaBuona eccome!
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