Chi mi segue da tempo e chi mi legge da tempo sa come considero il Do ut des fatto dai blogger con i commenti e con il follow. La trovo una pratica mediocre pur considerando che sotto certi punti di vista chi lo attua deve in qualche modo presentarsi e farsi conoscere, almeno all’inizio. Non funziona però in questo modo su instragram dove il do ut des è davvero sfacciato, spudorato e senza senso…
Uso instagram dall’inizio di quest’anno.
Lo uso soltanto per promuovere o tentare di promuovere i miei interessi verso la pittura e l’arte.
Non ci faccio niente altro.
Non mi interessa postare foto di viaggi, non mi interessa postare piatti di pastasciutta e bistecche varie, non mi interessa usarlo per parlare di libri e neppure per parlare del mio blog.
Ogni social andrebbe usato per le sue prerogative se si vogliono ottenere risultati.
Perciò io lo uso soltanto per postare immagini di opere artistiche, quadri e disegni e non mi faccio prendere troppo tempo da questa piattaforma e ovviamente.non mi interessa neppure perdere tempo a interagire con gente che non segue l’arte e che magari è del tutto disinteressata alla pittura.
Non pubblico nemmeno tutti i giorni e se devo essere sincero non ci dedico più di cinque minuti al giorno del mio tempo.
Vedo tuttavia che i follower crescono e noto che ci sono dei cuori alle immagini che posto e per il momento questo mi basta. Non ci vuole tuttavia molto per capire come si muovono gli utenti.
Se critico apertamente ma in fondo in fondo tollero ancora un poco il Do ut des dei blogger, specialmente se si è nuovi dell’ambiente, non posso dire la stessa cosa riguardo a Instagram dove ritengo davvero insopportabile certe pratiche e l’arroganza con cui si muovono certi utenti, carichi di superficialità e niente altro.
Insomma quasi una volta alla settimana c’è qualcuno che mi segue e che si stacca se non ricambio e quasi una volta alla settimana c’è qualcuno che mi manda un messaggio per dirmi che mi segue e che mi chiede di fare lo stesso.
Non ci sarebbe niente di male in tutto questo, forse.
Non ci sarebbe nulla di male se ci fosse qualche affinità nel progetto o in quello che si propone.
Non ci sarebbe nulla di male se queste richieste non arrivassero da profili che quando vai a vederli risultano privati e non mostrano nulla.
Mi chiedo cosa voglia significare un simile comportamento: figurarsi se seguo qualcuno che non mostra neppure chi è.
“Grazie per la lettura”
Non ho mai sopportato neppure io la pratica del do ut des nei blog. Essere commentato come "contropartita" per aver lasciato il mio commento altrove non ha senso. In genere commento in altri blog solo quando il post in questione lo trovo interessante, altrimenti passo oltre. Ovviamente questa sorta di "asocialità" ha un costo, infatti il mio blog ha pochi lettori e ancora meno commentatori. Naturalmente non mi importa nulla della cosa, se mi importasse qualcosa agirei diversamente.
RispondiEliminaSui social non ci sono, quindi non so come funzioni lì, anche se lo immagino.
I primi anni che tenevo un blog pensavo fosse la prassi, con il tempo ho capito che non è poi un vero vantaggio avere tanti commenti recuperati in questo modo: si creano dinamiche che rischiano di penalizzare veramente il blog (se questo è un aspetto che interessa). Gli spider e bot di google passano il loro tempo a controllare che queste cose non siano "ruffianate"
EliminaGrazie Andrea
I social credo che abbiano un certo peso se usati in modo mirato...
Quell' accostamento "sfacciato" del do ut des esprime chiaramente la pretesa di un qualcosa senza ritegno,mascherato
RispondiEliminada una visita di falsa cortesia. Che poi è proprio quest'ultima la parte negativa celata da una dimostrabile e taciuta ipocrisia.Eppure possiamo contribuire verso il prossimo anche solo con un senso di onestà interiore senza raggirare con queste fastidiosissime accezioni negative di un avere più che dare (?).Argomento già discusso in passato e un po ignorato... ma in qualche modo oggi ripreso anche in altri spazi(oltre che su instagram), dal momento in cui si è acquisita una maggiore consapevolezza nella penalizzazione più diretta del proprio blog che possa perdere in credibilità sul progetto in cui si crede.
Buona giornata
L.
Sono cose che penalizzano parecchio i posizionamenti dei post sui motori di ricerca. Ma certo bisogna avere gli strumenti tecnici per controllare. di solito chi usa i blog e i commenti per fare spam, polemizzare, fare del bullismo da terza media e cose del genere non ha la minima idea del male che fa
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