Ho letto un compendio in un solo volume curato dal giornalista ed esperto del mondo classico Dero A. Saunders: si trattava del compendio della monumentale opera Declino e caduta dell’Impero romano di Edward Gibbon. L’ho letto, un po’ di tempo fa, tanto per farmi un’idea di colui che in effetti è considerato Il primo storico moderno dell’antica Roma.
Nei primi tre romanzi (la cosiddetta Trilogia della Fondazione) in lingua italiana del Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov c’è una introduzione di Carlo Fruttero e Franco Lucentini.
In questa introduzione i due scrittori italiani fanno dei paragoni in un certo qual modo tra l’opera di Asimov e il monumentale lavoro storico di Edward Gibbon: o meglio dicono chiaramente che Asimov (o forse è lo stesso scrittore americano a dirlo) avrebbe tratto ispirazione per la sua saga fantascientifica da questo lavoro immane.
Be’ è stato in questo modo che mi sono imbattuto e sono venuto a conoscenza la prima volta dell’opera in sei volumi di Edward Gibbon, considerata per gli storici di allora, per l’uso insolito di fonte primarie (mai adottate prima di quel momento), innovativa e che valse allo stesso Gibbon la definizione di Primo storico moderno dell’antica Roma, titolo che io stesso ho usato per uno dei miei Record Culturali.
Devo dirvi che fu per questa strana assonanza che i romanzi di Asimov avevano con l’opera di Gibbon a convincermi a recuperare il compendio (non trovai altro allora), credendo che il Mule fosse un pochino come Bruto e che Trantor fosse come l’antica Roma, per dirla molto semplicemente.
Ecco, ora ho letto soltanto quel compendio riguardo al Declino e caduto dell’Impero romano, un compendio che ho trovato in una libreria di Lecco una quindicina di anni fa, pubblicata ed edita da una grossa casa editrice.
Poca roba, immagino, rispetto all’insieme originale dell’opera composta da sei volumi, stampati il primo nel 1776, il secondo e il terzo nel 1781 e gli altri tre tra il 1788 2 il 1789.
Un’opera costruita sulla civilizzazione dell’occidente, dall’apogeo dell’Impero romano sino alla conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II.
Tuttavia sono contento di avere la possibilità di citare il titolo in questo articolo. Fa sempre piacere citare libri che in qualche modo hanno un peso enorme nella cultura universale.
Un’opera, dopotutto, che ha molte similitudini nel suo sviluppo con la decadenza dell’epoca attuale se letta con un occhio ben critico.
“Grazie per la lettura”
* - Immagine Nino di Mei
Fonti:
- Declino e caduta dell’Impero romano
Il libro non lo conosco, ma la tela la trovo notevole e molto originale
RispondiEliminaBe' grazie da parte di mio padre se ci fosse ancora. Per quello che riguarda l'opera di Gibbon ha senza dubbio un valore universale
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