mercoledì 21 ottobre 2020

Cinque romanzi dai quali non ho potuto sottrarmi

Nel post Cinque romanzi che mai avrei pensato di leggere citavo i titoli di alcune opere su questa linea, ovviamente esiste anche il contrario, ci sono anche Cinque romanzi dai quali non ho potuto sottrarmi. 

 

Ci sono romanzi che ancora prima di conoscerne l’esistenza dovevo leggerli. Non è semplice da spiegare, ma inconsciamente sapevo che mi sarebbero capitati davanti. Sono romanzi a cui sono molto legato e che hanno molta importanza per quanto riguarda me scrittore. 

Fiesta di Ernest Hemingway - Sino a vent’anni non avevo mai letto nulla di Ernest Hemingway. Sapevo che era, avevo visto alcuni film tratti dalle sue storie ma non avevo idea di come scrivesse. Poi lessi su un’enciclopedia una voce che lo riguardava. Ci rimasi secco. Poche settimane dopo andai a comprare il primo titolo segnato in quell’articolo: era Fiesta. Da Fiesta a tutti gli altri lavori di Hemingway è stato un attimo. 

Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez - Non so, c’era qualcosa di misterioso in quest’opera le prime volte che ne ho sentito parlare e devo confessare che per qualche anno è stata un po’ una mia bibbia letteraria. So ancora a memoria i primi paragrafi in lingua originale e in italiano. Ora confesso di non nutrire più quella specie di soggezione per questo libro. Lo considero quasi sopravvalutato a dire il vero, ma allora sapevo che non mi sarei sottratto dal leggerlo. 

Sotto il segno della pecora di Haruki Murakami - Mi trovavo in un bar. Sfogliavo un quotidiano. Nelle pagine della cultura c’era l’incipit di questo romanzo. Si associava l’autore a Hemingway e Fitzgerald. Impossibile resistere al romanzo di questo scrittore giapponese. 

American Psycho di Bret Easton Ellis - Non ricordo su quale rivista alla moda lessi un articolo su quel romanzo sconvolgente. Sembrava si parlasse di un qualcosa mai letto prima di allora. Ovviamente fui obbligato a recuperalo e a leggerlo, anche se passai per pazzo con qualcuno che mi vide quel romanzo tra le mani. 

Oltre il confine di Cormac McCarthy - Per me, McCarthy, è il più grande scrittore vivente e sono molto contento di aver potuto leggere la sua opera. Devo ringraziare Tex willer: è stato il Ranger di Bonelli a presentarmi McCarthy, in uno dei suoi almanacchi mensili. Rimasi affascinato da ciò che l’articolo diceva e comprai il libro in versione rilegata, visto che non c’era ancora la versione tascabile, anche in questo caso quel libro fu solo l’inizio. 

 

Leggi anche: 

- Cinque libri che mi hanno obbligato a leggere  

 

"Grazie per la lettura"

 

* - Immagine: Nino di Mei  

 

2 commenti:

  1. Ne ho letti due, quelli di Hemingway e di McCarthy mi ispira Murakami

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    1. Ho letto solo il romanzo citato e un paio di racconti su antologie di Murakami, questo romanzo mi era piaciuto molto anche per lo stile di scrittura

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