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Arte - Nino di Mei |
Da come la ricordo l'estate del 2003 è stata una delle più vissute dal mio punto di vista. Feci talmente tante cose quell'anno che dal diciassette, diciotto agosto, sino alla ripresa del lavoro a settembre lo passai svuotato e senza energie. Non avevo più la forza di fare nulla. Non che fossi ammalato e chissà cosa: ero soltanto asciugato di fisico e di mente.
Mi dimenticai delle feste. Mi dimenticai di andare in giro a mangiare e bere. Mi dimenticai degli appuntamenti galanti. Scrissi pochissimo e chissà che altro tralasciai.
Ora l'estate del 2003 è solo un esempio di come vivo quel periodo ma l'ho sempre sofferto, specialmente da quando svolgo una mansione lavorativa.
Da adolescente, le ragazze in villeggiatura, subito dopo ferragosto tornavano in città. I bar e i locali si svuotavano e in paese c'era chi ritornava dalla vacanze. in poche parole prima che arrivasse settembre, prima che iniziasse il consueto tran tran iniziavo a patire e a sentire la fine dell'estate.
Ora, potrei dire, che forse il tutto deriva dal fatto che ho sempre considerato settembre il vero inizio di ogni anno, in termini di progetti e di lavoro e quei quindici giorni finali di agosto li ho sempre presi, inconsciamente, suppongo, come un periodo di verifica personale.
Non lo so. Fatto sta che questi dieci giorni che mancano alla fine del mese li vivo in maniera molto apatica e anche quest'anno la situazione si presenta in modo uguale.
Fisicamente sono svuotato, mentalmente sto pensando a settembre e alle cose da fare che partiranno con il prossimo mese. E non è che ho molta voglia di fare feste e di fare bisbocce. Quest’anno poi c’è anche la faccenda del covid19 che c’ha messo del suo. Insomma un periodo che come l’eterno ritorno ritorna ogni mese di agosto e che pur essendone al corrente mi provoca ogni volta le medesime sensazioni.
Certo che considerarlo, tuttavia, un periodo inutile mi sembra un po’ esagerato. Ma a volte la scrittura ti fa scrivere cose impensabili.
“Grazie per la lettura”
Recupera un po' di sonno
RispondiEliminaAlessia
Un pochino sarebbe necessario
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