Quando ero in collegio ero convinto che da grande avrei fatto lo scrittore.
Dapprima è stato una qualcosa di vago, poi, poco alla volta, questa convinzione si è trasformata in una consapevolezza che mi ha sempre spinto a cercare delle attività che mi lasciassero il tempo per poter scrivere.
Forse il tutto era dovuto al fatto che avevo troppa immaginazione per pensare di poter essere felice svolgendo un'altra attività magari più pratica o manuale, e ormai avevo capito di avere dei grandi limiti per quello che riguardava la musica e la pittura.
In effetti il primo incontro con una forma d'arte l'ho avuta con la musica. Ero molto piccolo quando ho avuto la possibilità di cimentarmi con uno strumento musicale.
Purtroppo però da ragazzino ero timido e non reggevo il pubblico dal punto di vista emotivo. Non ero male quando suonavo in casa ma quando avevo un assolo da fare in pubblico, iniziavo a stare male una settimana prima del concerto. Qualcosa mi frenava e non mi sentivo soddisfatto nel suonare.
Con la pittura il discorso non era molto diverso. Il mio professore di disegno mi coccolava e pensava fossi molto dotato dal punto di vista tecnico e artistico, ma vedevo mio padre dipingere e vedevo quali erano tutte le problematiche che si trovava ad incontrare, oltre ai sacrifici che si trovava ad affrontare e forse l’insieme di queste cose non facevano per me.
Con la scrittura è stato molto più semplice: è arrivata per conto proprio. Forse proprio per dar sfogo a quella immaginazione che specialmente da ragazzino mi faceva apparire assente dal mondo. Passavo delle ore a fantasticare.
Ovviamente, alla fine, non sono pentito di aver scelto la scrittura, o farei meglio a dire non sono pentito che la scrittura abbia scelto me.
La musica e la pittura dopotutto riempiono lo stesso la mia vita. Ho la possibilità di lavorare in entrambi questi campi artistici seppure in maniera defilata ma allo stesso tempo integrati con la scrittura e cosa potrebbe esserci di più delizioso?
“Grazie per la lettura”
P. S. - Nella mia produzione letteraria ci sono due racconti un po’ autobiografici su come ho vissuto la musica e la pittura da ragazzino, sono Di nuovo il piffero magico e Il quadro a scuola.
Secondo me è diventata una scelta logica familiare. Tuo padre pittore, tuo fratello musicista, tu uno scrittore. Oso dire perfetto!
RispondiEliminaBuongiorno a te.
A volte lo penso anche io, ma chissà!
EliminaGrazie buona giornata
Buongiorno
RispondiEliminaQuesto bellissimo post mi fa sentire che dentro ognuno di noi vi sia una "vocazione" e darle ascolto interpretandola porta ad una risposta più che ad una scelta di vita(la scrittura ha scelto te).
Poi con la scrittura anche la pittura e la musica sono dimostrabilmente integrate.
L.
vero mi aha scelto lei, grazie e buona giornata
EliminaTutto richiede i suoi sforzi, è molto importante capire bene qual è la nostra strada, e quella sarà, appunto, la nostra delizia.
RispondiEliminaUna doppia soddisfazione, perché ci si dedica a una sola attività senza in realtà rinunciare alle altre, anzi, musica, pittura, ecc. ci portano in atmosfera di scrivere.
Già, per me è stata una fortuna essere nato in un certo ambiente
EliminaGrazie Patrizia
Poter coltivare passioni di tale valore, in una forma o nell'altra, è davvero un grande privilegio.
RispondiEliminaDove è possibile credo sia meglio farlo. Grazie Grazia
EliminaOgnuno sceglie l'arte che fa per sé, alla fine. Con la musica sono negato, neanche l'ascolto più da anni. Nel disegno me la cavo giusto con le vignette umoristiche.
RispondiEliminaQuindi anch'io preferisco scrivere.
Dici bene, sopratutto, se possibile, scegliere quella che ci fa più felici
EliminaGrazie Daniele