venerdì 3 luglio 2020

L'insostenibile fuffa di like e di commenti

Instagram
Dopo poche settimane di uso del profilo su Instagram mi è arrivato il classico messaggio della persona colpita dalle mie pubblicazioni: non avrebbe esitato a seguirmi sempre che io avessi fatto altrettanto con lei. Questo aspetto la dice lunga riguardo all'insostenibile fuffa di like e di commenti che girano sui social e sui blog. Un qualcosa da cui ho preso le distanze un bel po' di anni fa. 


Verso la fine del 2014 su facebook non potevo più aggiungere contatti: avevo toccato i cinquemila "amici" e con i post facevo centinaia di interazioni. Con tutto quel ben di dio che mi girava attorno ho però raccolto pochissimo per le mie attività. 

Ho sempre subito quel fastidioso meccanismo del Do ut des. Ovvero ben poca gente mi seguiva per quello che facevo, ben poca gente mi leggeva veramente, più che altro ero un numero utile a ingrossare il loro profilo di conseguenza. 

Sempre nei primi anni di blogging, quando erano in uso certe classifiche (ebuzzing, alexa), il mio blog per quasi un anno è stato nei primi venti posti dei blog letterari italiani. Allora avevo un numero di lettori nettamente inferiore a quello che accade oggi, ma raccoglievo più commenti e forse io stesso avevo un modo di fare più ruffiano. 

In ogni caso allora non ho mai avuto dei veri riscontri pratici da nessuno, chi si proponeva sul blog mi offriva solo visibilità come se ne avessi avuto bisogno. 

Con twitter le cose sono state piacevoli sino alla fine del 2013, ma dal punto di vista pratico l'ho sempre considerato superfluo. 

Ora con Linkedin, ultimamente con Instagram e ovviamente con i post e con la metodologia di uso del blog (in tutte e tre le piattaforme i post possono essere visti da chiunque e non serve il Do Ut Des), sto usando un metodo diverso, mi sto muovendo con un basso profilo e sopratutto in modo verticale e indirizzato. 

Dei like e dei commenti fini a se stessi non mi importa nulla e quindi capite subito che il personaggio di cui parlo nel paragrafo iniziale non ha spazio con me. 

Insomma a chi importa ciò che faccio, ha tanti modi per interagire con me e chi lo ha fatto lo ha fatto in maniera decisa spesso contattandomi per posta o telefonandomi. 

A chi importa la mia letteratura, l’arte che propongo e la cultura che trasmetto non cerca di "intortarmi" con un commento fasullo o con una pioggia di like: chi ha imparato a leggere i miei post sa benissimo che non può ingannarmi. 

Ovviamente è anche quello che faccio io verso chi mi interessa. 



"Grazie per la lettura"

6 commenti:

  1. Il do ut des, specie su facebook, conosce risvolti deprecabili, miliardi di persone che ti invitano a mettere like su questo o quello, o che ti pregano di far girare petizioni, concorsi, chincaglieria varia.. ma non ti leggono neanche per sbaglio... anche i blog hanno le loro dinamiche, più volte esaminate.. a me non frega niente di statistiche e strategie varie, fortunatamente non ci lavoro, mi ci diletto solo, quindi leggo ciò che mi piace, corrispondo con chi mi incuriosisce, e cerco di trasmettere sensazioni, per quanto possibile, così come faccio mie con piacere quelle altrui..
    Buon weekend!

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    1. Come dicevo a un altro blogger: "facebook non serve a nulla che abbia uno scopo pratico e twitter serve per litigare" questi sono i due social con cui interagisco da molto lontano e per fortuna mi sono serviti per avere un altro approccio con linekedin e instagram. Con il blog il discorso è molto più complesso, se è usato per "scopi professionali" (inteso come strumento di lavoro) trasforma in antipatia una certa dinamica faziosa. Grazie Franco

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  2. A proposito di commenti, io ho notato una cosa ultimamente. Forse non c'entra nulla con il tuo post ma te la voglio dire ugualmente.
    I blog a mio avviso interessanti, a livello culturale, quelli che piacciono a me, hanno pochi commenti o quasi nessuno.
    Quelli che trattano argomenti chiamiamoli superficiali, ne hanno una sfilza che spesso denotano una frettolosita' nel rispondere. Una toccata e fuga.
    Sbaglio io?
    Buon fine settimana.

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    1. Non sbagli, è proprio in questo modo che funziona. C'è anche da dire che di solito sono tutti commenti di quel determinato giro: il numero si spiega da solo, spesso sono più i commenti che i veri lettoti del blog. Esattamente come i post su facebook. Grazie

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  3. Io ho avuto una fortuna inattesa riguardo un mio ebook che ha venduto molto al di sopra dell'utenza media del mio blog (assai poco numerosa). Forse il blog aiuta solo in parte.

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    1. Io credo che il blog aiuti se visto come un insieme di cose. Con un blog posso andare sui social e un blog può finire anche in un sito e può avere un seccesso straordinario con i motori di ricerca se fatto bene. La gran parte delle fortune del mio blog le ho avute indirettamente e non con i commenti sul blog, anzi molte volte sono stati penalizzanti.
      Quindi non posso che essere d'accordo con te. Grazie Ariano

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