Non so quanto in casa mia è arrivato un mappamondo. Ero piccolo quando li vidi la prima volta, ma non ricordo il periodo e in che modo ci arrivò. Forse fu preso per mio fratello maggiore e per mia sorella quando iniziarono a frequentare le scuole medie.
Per me che facevo le elementari fu tuttavia un qualcosa di straordinario. Amavo la geografia e quel mappamondo con i rilievi lo trovai una miniera di posti fantastici. Quando mi era possibile ci passavo le giornate a far scorrere le dita sul rilievo dell’Himalaya e su quello delle Ande. Studiavo il Kilimangiaro e la disposizione delle Alpi. Studiavo le varie tonalità celesti e azzurre dei mari e degli oceani.
Ovviamente cercavo anche le capitali. Cercavo le grandi città contrassegnate da un quadratino quando superavano il milione di abitanti. L’Italia allora ne aveva quattro di città del genere e immaginavo di poterle visitare un giorno.
Poi avevo i libri per approfondire. Tanti. L’Atlante geografico e i libri scolastici, ma anche le enciclopedie e già compariva in casa qualche guida di viaggio.
Be’ non so dirvi quante ricerche di geografia ho portato a temine nella mia carriera scolastica. Puntavo sempre su quelle. Non so quante mappe ho ricalcato dai testi scolastici. Non so quante volte ho provato ha rifare la Lombardia, colorandola con i pastelli. Ricordo la cura con cui ricalcavo il Lario o il lago di Garda.
Ovviamente la Geografia la seguo con interesse pure adesso. Mi incavolo quando scopro che in determinato stato la capitale non è più quella di una volta. E rimango sconcertato quando mi rendo conto che un testo mi mette in evidenza una grande città sino a quel momento sconosciuta.
E ovviamente la geografia ha la sua importanza anche nei miei racconti. Non invento nulla e non parlo di una città o di un luogo che non conosco. È tutto vero: c’è ben poco di inventato nella geografia narrati nelle mie storie e nei miei racconti.
“Grazie per la lettura”
Io trovavo la geografia noiosissima. Il fatto che oggi non esistano più la Yugoslavia, l'URSS, due Germanie e qualche altro stato rappresenta una giustificazione al fatto di averla snobbata. :-D
RispondiEliminaahhh, no, non è colpa tua :-D
EliminaGrazie Massimo
Io invece su questo tema dormivo, fu durante un'interrogazione con brutta figura annessa che mi svegliai sull'argomento.
RispondiEliminaOggi è diventato l'opposto; di una persona voglio sempre sapere da dove viene, città, paese, e che mondo è.
E ancor prima delle città viene la terra su cui sorgono e che rappresentano. Più che cultura sono dettagli che ho imparato a sentire.
Ottimo Patrizia, grazie
EliminaAdesso ce ne sono di più, perché alcune nazioni si sono disgregate, altre capitali sono state declassate in favore di altre oppure hanno cambiato nome, e da tutto ciò si capisce perché la Geografia è intimamente legata alla Storia, al punto da condizionarla. Un fiume, uno sbocco al mare, una risorsa sotterranea diventa motivo di scontro, come diciamo?, ah sì: scontro: geo-politico.
RispondiEliminaBravissimo Massimo, dici bene: in realtà anche con la storia mi divertivo.
EliminaGrazie
Il mappamondo aveva un certo fascino, è vero. L'immaginato è spesso più potente del visto.
RispondiEliminaVeramente, grazie Grazia
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