mercoledì 15 luglio 2020

Geografia mon amour

Da bambino conoscevo tutte le capitali del mondo. Non sapevo gran parte di quelle appartenenti ai singoli territori degli Stati Uniti, ma delle altre nazioni non me ne scappava una. Ne ero fiero, ma non era un sapere fine a se stesso da mostrare come una scimmia. Mi piaceva (e mi piace) la Geografia ed ero veramente interessato quando sfogliavo i libri, gli atlanti o avevo sottomano un mappamondo. La conoscenza di una capitale era soltanto la punta dell’iceberg: posso veramente scrivere Geografia mon amour… 


Non so quanto in casa mia è arrivato un mappamondo. Ero piccolo quando li vidi la prima volta, ma non ricordo il periodo e in che modo ci arrivò. Forse fu preso per mio fratello maggiore e per mia sorella quando iniziarono a frequentare le scuole medie. 

Per me che facevo le elementari fu tuttavia un qualcosa di straordinario. Amavo la geografia e quel mappamondo con i rilievi lo trovai una miniera di posti fantastici. Quando mi era possibile ci passavo le giornate a far scorrere le dita sul rilievo dell’Himalaya e su quello delle Ande. Studiavo il Kilimangiaro e la disposizione delle Alpi. Studiavo le varie tonalità celesti e azzurre dei mari e degli oceani. 

Ovviamente cercavo anche le capitali. Cercavo le grandi città contrassegnate da un quadratino quando superavano il milione di abitanti. L’Italia allora ne aveva quattro di città del genere e immaginavo di poterle visitare un giorno. 

Poi avevo i libri per approfondire. Tanti. L’Atlante geografico e i libri scolastici, ma anche le enciclopedie e già compariva in casa qualche guida di viaggio.

Be’ non so dirvi quante ricerche di geografia ho portato a temine nella mia carriera scolastica. Puntavo sempre su quelle. Non so quante mappe ho ricalcato dai testi scolastici. Non so quante volte ho provato ha rifare la Lombardia, colorandola con i pastelli. Ricordo la cura con cui ricalcavo il Lario o il lago di Garda

Ovviamente la Geografia la seguo con interesse pure adesso. Mi incavolo quando scopro che in determinato stato la capitale non è più quella di una volta. E rimango sconcertato quando mi rendo conto che un testo mi mette in evidenza una grande città sino a quel momento sconosciuta. 

E ovviamente la geografia ha la sua importanza anche nei miei racconti. Non invento nulla e non parlo di una città o di un luogo che non conosco. È tutto vero: c’è ben poco di inventato nella geografia narrati nelle mie storie e nei miei racconti. 


“Grazie per la lettura”

8 commenti:

  1. Io trovavo la geografia noiosissima. Il fatto che oggi non esistano più la Yugoslavia, l'URSS, due Germanie e qualche altro stato rappresenta una giustificazione al fatto di averla snobbata. :-D

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  2. Io invece su questo tema dormivo, fu durante un'interrogazione con brutta figura annessa che mi svegliai sull'argomento.
    Oggi è diventato l'opposto; di una persona voglio sempre sapere da dove viene, città, paese, e che mondo è.
    E ancor prima delle città viene la terra su cui sorgono e che rappresentano. Più che cultura sono dettagli che ho imparato a sentire.

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  3. Adesso ce ne sono di più, perché alcune nazioni si sono disgregate, altre capitali sono state declassate in favore di altre oppure hanno cambiato nome, e da tutto ciò si capisce perché la Geografia è intimamente legata alla Storia, al punto da condizionarla. Un fiume, uno sbocco al mare, una risorsa sotterranea diventa motivo di scontro, come diciamo?, ah sì: scontro: geo-politico.

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    1. Bravissimo Massimo, dici bene: in realtà anche con la storia mi divertivo.
      Grazie

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  4. Il mappamondo aveva un certo fascino, è vero. L'immaginato è spesso più potente del visto.

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