venerdì 5 giugno 2020

Guardare alla finestra

Nino di Mei
Un giorno dovrò fare il conto del tempo che ho sprecato stando affacciato a guardare alla finestra. Be' magari non è tutto tempo sprecato ma un po' l'ho buttato via. Ora ne perdo pochissimo, pochi minuti al giorno. C'era comunque chi non perdeva tempo alla finestra. Gli serviva per creare. 


Ogni volta che mi passa davanti un lavoro di mio padre, non posso fare a meno di associarlo a qualche ricordo: è più forte di me. Un po' come accade con questi tre lavori, un disegno, un acquerello e una tela a olio. In comune hanno il fatto che ritraggono ciò che si vedeva allora dalle finestre della cucina e del salotto. 

Ma non c'è nulla di nuovo in questo dettaglio visto che nel racconto La finestra del pittore si parla di questa particolarità. 

Per mio padre era un momento creativo e i lavori inseriti in questo post lo testimoniano. Per me invece, se mi affaccio su queste opere, mi ricordano un periodo di struggente bellezza. 

Nino di Mei
Il disegno all'inizio del post e l'acquerello a fianco ritraggono gli stessi particolari. Ritraggono quella mulattiera di un'epoca che non dimentico. 

Ero molto piccolino allora e più dell’odore dei moti a scoppio delle auto quell’epoca mi riporta alla memoria l’odore del letame e del concime per gli orti. 

Allora, la periferia del paese, dove abitavo, era ancora campagna. Non so quante volte ho percorso quella mulattiera per andare a scuola, o magari per andare a fare la spesa o una commissione alla mia mamma. 

Non so quante volte lo percorsa per andare all'oratorio e alla messa la domenica. Non so quante persone ho incontrato, molte delle quali ormai esistono solo nella mia memoria e in quella di chi le ha conosciute. 

Non dimentico neppure di aver incrociato, mucche, capre, pecore, galline, tacchini, somari, muli, serpenti, gatti, cani... e chissà cosa ancora. 

Mi sembra quasi di rivedere tutto questo studiando i due lavori illustrati. 

Nino di Mei
La tela a olio invece ritrae un altro angolo. Non si vede la piazza in terra battuta usata da noi bambini come campo di calcio, ma basta affacciarsi per poterla vedere. 

Tuttavia anche in questo caso siamo ancora al secolo scorso. Molto prima della fine del secolo scorso. Ora ci sono solo palazzi. Palazzi e parcheggi per le auto. 

Le mulattiere e le baite adibite a stalle sono cose che fanno parte di un tempo che non vive più. 

Adesso non si vedono più se non in fotografia o magari in una qualche opera d’arte di un pittore scomparso.


“Grazie per la lettura”

2 commenti:

  1. Sono passata solo di recente e i luoghi ritratti in quei quadri ora sono molto diversi.
    Alessia

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