Il primo telefono portatile che ho usato risale agli inizi degli anni novanta. Per portarlo in giro occorreva una valigetta. Me lo fece usare un giorno il boss della società informatica di cui ero socio. Pesava due o tre chili. Lo usai per fare scena con una ragazza.
Tuttavia ho aspettato ancora un bel po' prima di acquistare il mio primo vero telefono cellulare. Lo presi piuttosto tardi rispetto alla moda di allora, ma confesso che prima di averlo tra le mani non ne sentivo particolarmente il bisogno.
Fu mio fratello a convincermi a farlo e un po' furono anche le alunne della scuola dove insegnavo che volevano il mio numero in vista delle vacanze estive.
Poco alla volta mi feci instupidire da quell'oggetto e per un po’ di anni lo subii.
Ovviamente ho passato la fase dei pomeriggi e delle serate trascorse a scambiare messaggi e quella relativa agli squilli solo per farsi sentire presenti, ma già verso il 2005 ero un poco stufo del suo uso.
Insomma sono uno scrittore e non ho mai amato troppo scrivere, usando i pollici, con il tastierino del cellulare, credo sia questo uno dei motivi che non me lo ha fatto amare troppo e credo sia questo aspetto ad avermi impedito di andare in giro come uno zombie.
Ho sempre delegato l’uso delle rete al computer e una volta spento quello il telefono mi serviva solo per farmi trovare da chi veramente voleva vedermi.
Non ho mai dato la precedenza al telefono in qualsiasi cosa faccio.
Non lo tengo vicino al piatto quando vado al ristorante e non divento matto se mi accorgo di averlo lasciato a casa quando esco,.
Ho solo il timore di perderlo, ma più che altro per le rogne che ne seguirebbero e alle quali andrei incontro.
Il telefono cellulare ha un ruolo marginale anche nella mia narrativa. Certo compare in qualche racconto e anche in alcuni capitoli dei miei romanzi, ma riveste un ruolo defilato…
Nel frattempo però sono trascorsi vent’anni.
Un tempo enorme ma posso dirvi la verità? I cellulari non sono affatto diventati come avrei voluto che fossero nella mia mente e nel mio immaginario allora…
“Grazie per la lettura”
Dopo vent'anni ecco l'app di tracciamento già predisposta in tutti (superate le storiche differenze) i telefoni portatili
RispondiEliminaOvviamente con un cellulare in tasca non ci si può nascondere
EliminaGrazie Berica
Lo uso da una quindicina di anni, sono arrivato dopo
RispondiEliminaallora cinque o sei modelli, li hai cambiati pure tu
EliminaGrazie Ernesto
Il mio primo cellulare risale al 1999, era un Sony Ericsson, non ricordo il modello, chissà dov'è finito, ne ho cambiati tanti, adesso ho un Samsung Galaxy A50 con cui sto scrivendo questo commento.
RispondiEliminaBuon pomeriggio! 😊
Nel mio caso il terzo è stato un Sony Ericsson e adesso ho un Samsung anch'io.
EliminaGrazie Emanuele
Urka io arrivo sempre per ultima. Non ho mai posseduto un cellulare, e lo smartphone l'ho comperato solo un paio di anni fa. Anzi per essere più precisa me lo hanno regalato.
RispondiEliminaSono decisamente arretrata. 😂
C'è sempre tempo per tutto.
Eliminagrazie buona serata
Ho acquistato il mio primo cellulare quando è nato mio figlio, perché in quel momento ne ho sentito l'esigenza come forma di sicurezza. Allo smartphone sono passata pochi anni fa, ma non sono un'utente appassionata. Lo apprezzo solo per la sua utilità, che mantengo limitata.
RispondiEliminaCapisco, anch'io non divento pazzo.
EliminaGrazie Grazia