La prima volta che ho assistito a un concerto dal vivo, in teatro, di mio fratello Livio Gianola non ho resistito: mi sono lasciato travolgere dalla commozione e ce l’ho messa tutta per non farmi vedere che piangevo. Nulla di divertente, molta tensione e un qualcosa di molto emozionante, ma credo che possiate capirlo.
Di divertente ho trovato ben poco anche nelle mostre di pittura di mio padre. Chi le visita è sempre molto attento e serio e scrupoloso. Mi piace vedere come i visitatori e gli acquirenti studiano le opere esposte e mi piace rispondere alle domande, legate all’arte, che spesso mi vengono poste. Anche in questo caso nulla di particolarmente divertente.
Quando scrivo certe volte mi arrabbio e divento una furia, ma non c’è nulla di divertente nel vedersi costretti a buttare via il lavoro di una giornata intera perché non trasmette quello che ti eri prospettato. Credo di non aver mai scritto qualcosa di divertente, anzi spero che tutta la mia produzione venga recepita per quello che è. Voglio emozionare e commuovere, ma non divertire. Non voglio far ridere e passare per un giullare…
Ma immagino che anche per voi l’arte è un qualcosa di serio in tutte le sue forme e non solo una pagliacciata da audience televisiva. D’altra parte, ci vuole molta serietà e compostezza e austerità per entrare e visitare un museo.
Non c’è nulla di divertente in Guernica di Pablo Picasso, credo. O no?
Non c’è nulla di divertente nella lettura di un romanzo come Per chi suona la campana di Hemingway. O sbaglio?
Non c’è nulla di divertente nella Trilogia della frontiera di Cormac Mccarthy.
Non c’è nulla di divertente nei girasoli di Vincent van Gogh, come non c’è nulla divertente nella desolata pittura di Hopper.
Non c’è nulla di divertente nei Carmine Burana di Carl Orff e non dovevate dire a Miles Davis che era divertente nei suoi concerti: vi avrebbe spaccato la tromba in testa, prima di spellarvi vivi. Non trovo nulla di divertente neppure nelle colonne sonore di Hans Zimmer.
È arte.
Tutta arte. Quella che ci emoziona e che ci ha permesso si staccarci dagli animali.
Non siamo pappagalli che facciamo ridere perché fischiettiamo l’Aida di Verdi, anche se molti soggetti e molti "poppari" vivono come pappagalli e dicono di fare arte.
“Grazie per la lettura”
L'arte può davvero elevare, ma secondo me c'è arte e arte. Il "divertente" nel senso comune del termine interessa poco anche a me, ma forse serietà e compostezza non sono termini che userei per il mio modo di vivere le cose. Intensità, forse, e anche leggerezza, che possono stare insieme.
RispondiEliminaNel mio caso è un "bisogno filosofico" ma di questo ci farò un post più avanti
EliminaGrazie Grazia
senza arte non si va da nessuna parte
RispondiEliminaRima non voluta, suppongo
EliminaGrazie Ernesto
Io ho scoperto l'arte come elevazione del mio spirito solo nella vecchiaia. Sembrerebbe strano, lo so, ma in gioventù pensavo a divertirmi, in età adulta ho dovuto dedicarmi al lavoro e alla famiglia. Ora, alla mia età inversamente giovane, finalmente ho fatto questa scoperta dell'arte in tutte le sue forme, come scrivi giustamente tu. E la godo fino in fondo. 🤗
RispondiEliminaSolleva l'animo l'arte
EliminaGrazie