giovedì 16 aprile 2020

Quando la realtà supera l'immaginazione

Nino di Mei: "Baite isolate"
Era l’ultimo sabato di febbraio. Un mese e mezzo fa. Mio fratello a pranzo disse che fino a che non si sarebbe fermato il calcio il problema sarebbe stato di poco conto. Il giorno successivo gli telefonarono invitandolo a non tornare a Bergamo. Gli dissero che le scuole e di conseguenza le sue lezioni di chitarra, come anche alcune partite di calcio, sarebbero state sospese. Da allora le cose sono precipitate e lo confesso, se avessi scritto un libro su una pandemia del genere non avrei mai pensato di partire con la chiusura del calcio. Verrebbe proprio da dire: quando la realtà supera l’immaginazione. 


La maggior parte dei racconti e dei romanzi che ho letto con delle tematiche rivolte alla diffusione di una pandemia hanno ben poco a che vedere con la realtà. Sono esattamente delle opere di fantascienza e naturalmente prestano il fianco a molte critiche, visto l’esperienza che sto vivendo in questo momento.  Io stesso quando ho scritto dei racconti od ho partecipato a qualche lavoro collettivo sono ben distante dalla realtà dei fatti. 

Già dopo un mese e mezzo di quarantena, dopo che diverse persone che conoscevo sono morte, dopo aver visto persone disperate mi rendo conto di come la realtà sia ben diversa dall'immaginazione

Ecco, credo che se dovessi scrivere un romano o un libro su ciò che sta accadendo mi troverei ad affrontare problematiche che non erano presenti in certe opere che ho in mente. 

La situazione è notevolmente diversa e l’immaginazione arriva soltanto sino a un certo punto. 

La sensazione che molti di noi non abbiano ancora capito in che guaio ci troviamo è lampante. Non credo che il problema sia il non uscire per un po’ di tempo o il non andare al mare la prossima estate. 

Ho la netta impressione che molta gente si sia trovata di colpo a vivere alla giornata. 

Ho la netta sensazione che una madre con dei figli piccoli stia vedendo un mondo che neppure aveva immaginato. 

Non so quante persone ci siano in questo momento di cambiare l’auto e di prenderne una nuova e credo anche che tra un po’ di tempo cambieranno quelli stupidi hashtag che girano per televisione e sui social come mantra. 

No, temo che King e Matheson, nonostante la loro bravura, non abbiano mai scritto nulla di simile e men che meno quei mediocri scrittorucoli che giocano a fare i grandi artisti senza avere un briciolo di profondità psicologica per capire bene la situazione. 

La realtà supera l’immaginazione e bisogna sforzarsi per cercare di capire esattamente dove andremo a finire. 

La faccenda non finirà in un paio di mesi e per qualcuno il conto arriverà magari tra un paio di anni. 

Da parte mia so soltanto una cosa, quando scriverò un libro su questa storia partirò da quel dialogo accennato nel paragrafo iniziale di questo post. 



“Grazie per la lettura”

6 commenti:

  1. Personalmente credo che non finirà mai, i virus viaggiano con noi e ogni tanto ci dimostrano la loro presenza. SARS, mers, aviaria, HIV, ebola ecc ecc credo che dimostrino questa mia affermazione. Dopo il covid ne arriverà un altro e un altro ancora, forse a indicarci che siamo ben poca cosa, noi umani, a farci riflettere un poco di più, a insegnarci che la felicità sta nei piccoli gesti quotidiani, che amare il nostro prossimo con i suoi difetti non è una perdita di tempo, che si può sempre sognare e viaggiare stando stravaccati su un divano semplicemente leggendo un buon libro...
    Abbraccio virtuale

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo e temo molto le conseguenze portate dal covid19
      Grazie

      Elimina
  2. Penso che, se non si vivono di persona certe situazioni, è difficile rappresentarle realisticamente. I romanzi restano storie scritte per intrattenere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza dubbio... meglio che funzioni in un certo modo
      Grazie Daniele

      Elimina
  3. Ciao Ferruccio, concordo con te a me lo slogan: andrà tutto...
    Non finisco neanche la frase, ogni situazione ha delle sfaccettature diverse sicuramente, ma l'indebitamento da un lato e l'interfacciarsi con un'epidemia mondiale ci ha messi in ginocchio.
    Purtroppo restare a casa è l'unica soluzione possibile, quando sai, io parlo per me, che l'ospedale su cui posso contare non potrebbe mai affrontare una epidemia su larga scala di contagi.
    Ne approfitto anche per salutarti, non essendo riuscita a rispondere al tuo commento che è sparito, d'altronde la comunicazione è cosa difficile :D ed io ho anche tempi, purtroppo, strani, diciamo così...
    Un caro saluto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Santa, non preoccuparti del commento da te, l'ho cancellato per motivi di carattere personale, il tuo post è delizioso. Dovevo pensare a certe cose prima di commentare. Un saluto a te.

      Elimina

Questo blog ha i commenti in moderazione.

Info sulla Privacy