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Nino di Mei |
Mia madre è morta nel settembre del 2017, è morta per un tumore. Alla fine di febbraio di quell'anno comunque iniziò a stare male e ad andare per ospedali e quindi posso dire che ho perso di vista la sua cucina, quella che riempiva le mie domeniche, più o meno tre anni fa.
Certo quella della cucina è il meno delle mancanze a dire il vero ma se la vediamo da un punto di vista metaforico o letterario ha un peso per me quasi insopportabile.
Ogni tanto sogno di trovarmi nella sua sala da pranzo, con lei che insiste nel prendere un’altra volta un piatto di gnocchi oppure un’altra porzione di lasagne dalla teglia. Ma se dovessi fare una lista di tutti i suoi piatti ci vorrebbe un intero blog e forse non ci starebbe tutto quello che c’è da dire.
Ho preso molto da lei, per la mia cucina. Uso lo stesso olio extra vergine. Uso lo stesso burro, lo stesso latte e la stressa farina. Mi danno le uova le stesse persone che rifornivano mia madre.
Prendo i formaggi e la carne dallo stesso macellaio di mia madre. Preparo il condimento della pasta come faceva lei. Prendo la frutta dove la prendeva lei. Controllo le date di scadenza sulle confezioni esattamente come faceva lei.
Non credo sia l’acqua. Come non credo sia il tempo di cottura degli alimenti.
Insomma cerco di ricordarmi tutti i particolari possibili quando preparo qualcosa che per lei era magico. Ma non riesco a ricreare nessuna magia. Non c’è nulla da fare. I miei piatti non sono come i suoi.
Manca sempre qualcosa, e non riesco a capire cosa. Magari quello che manca lo scoprirò un giorno rileggendo qualche mio racconto, perché so che ci finiscono dentro piccole grandi cose. Magari tra un anno rileggendo questo post scoprirò qualcosa.
Non ne ho idea. Non so da cosa dipende tutto questo.
Mi piacerebbe poter dire che è semplicemente colpa del dosaggio, ma immagino che nessuno mi crederebbe.
“Grazie per la lettura”
Molto sentito, si sente il cuore.
RispondiEliminaI ricordi, quelli cari, sono impossibili da sotterrare
EliminaGrazie
L'arte della mia mamma!
RispondiEliminaIn fondo è un titolo che ne ne è uscito solo...esattamente come l'arte di tuo padre!
La cucina ...la buona cucina è un arte e non va dimenticata esattamente come lei...la tua mamma!
Buona domenica a te e ai tuoi cari lettori
L.
Un bel titolo, buona domenica Linda
EliminaGrazie
Un post un po' alla Proust
RispondiEliminaAlessia
Dici?
EliminaGrazie Alessia
So cosa vuoi dire e quello che provi, mia madre l'ho persa che avevo 13 anni, ed ero il suo cocco. Grazie
RispondiEliminaGrazie a te. Capisco benissimo
EliminaUno dei tuoi post più belli Ferruccio!
RispondiEliminaesagerato :-)
EliminaGrazie Pirkaf
Anche mia madre se ne andò a settembre, cinque anni prima della tua e per lo stesso motivo e anche a me manca molto la sua cucina. A differenza tua, però, non ho seguito le sue orme ai fornelli, perché sono un vero incapace! Post molto bello, letto con grande piacere.
RispondiEliminaNeppure io sono un mago dei fornelli, cerco di copiare quello che ricordo e mi faccio travolgere dalla nostalgia.
EliminaGrazie Roberto
Anch'io rimpiango la cucina della mia mamma, Ferruccio e... no: i suoi piatti non si possono rifare. La madre è nutrice e la sostanza del suo nutrimento è la cura del suo amore per noi. Mi dispiace per la tua perdita: non sapevo.
RispondiEliminaSi cerca di non pensarci e di accettarle come quelle cose delle vita, ma cii penso
EliminaGrazie Sfinge
Il tuo rimettere i piedi nelle sue orme è un modo per restarle vicino in modo simbolico, quindi è un valore in sé, anche se i suoi piatti non li replicherai mai. Sono convinta che lei ti veda e sorrida nell'osservarti.
RispondiEliminaè carino pensarlo, grazie Grazia
EliminaNon è vero che manca 'qualcosa'... Manca 'qualcuno'.
RispondiEliminaLa tua mamma.
Abbraccio siempre 🤗
Esatto, un abbraccio a te!
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