Adesso le faccio raramente. Anzi, faccio prima a dire che sono mesi che non ne faccio più. Ma per molto tempo le parole crociate sono state un rituale giornaliero quasi irrinunciabile e una fonte di apprendimento non da poco per il sottoscritto. Dopo aver dato una sfogliata ai quotidiani andavo a cercare la pagina dove erano stampate e subito mi mettevo al lavoro.
Lo stesso accadeva con i settimanali che arrivavano per casa. Mi piaceva completarle anche se a volte dovevo ricorrere a un vocabolario o all’utilizzo dell’enciclopedia. Ma ciò era sufficiente, a volte, per imparare qualcosa di nuovo.
A volte le completavo anche solo mentalmente, fin dove mi era possibile sia chiaro.
Certo il massimo era quando mi capitava tra le mani un settimanale enigmistico con degli schemi davvero complicati e difficili, quegli schemi che però ti permettevano di ampliare il vocabolario personale e migliorare la propria cultura.
Confesso che il significato di molti termini io l’ho appreso in questo modo.
Ma veniamo al Record Culturale vero e proprio.
Adesso si dice che la la prima attestazione storica del gioco sia riconducibile a Giuseppe Airoldi, un signore di Lecco, un po' un mio concittadino, che inventò e che pubblicò uno schema 4 per 4.
Airoldi ideò uno schema chiamato “Parole incrociate”, senza la presenza di caselle nere, tuttavia e forse questo particolare che non avvalla la sua pubblicazione come Primato.
Era il 14 settembre 1890 e la pubblicazione fu fatta sul numero 50 de “Il Secolo Illustrato della Domenica” - una rivista edita allora da Edoardo Sonzogno.
Tuttavia la paternità delle prime parole crociate viene attribuita ad Arthur Wynne, un giornalista inglese di Liverpool.
Il tutto avvenne sul New York World: un giornale edito a New York dal 1860 al 1931. Il nuovo gioco apparve nel supplemento domenicale "Fun", il 21 dicembre 1913. Il gioco si chiamava "word-cross puzzle".
Anche in questo caso il giochino enigmistico era senza caselle nere, caselle nere che furono introdotte solo successivamente e che diedero la possibilità di avere più definizioni e più voci.
Non c'è altro da aggiungere se non chiedere a voi cosa ne pensate. Siete appassionate o appassionati delle parole crociate? Le considerate un qualcosa in grado di arricchire in un certo qual modo il bagaglio culturale personale?
Coraggio dite la vostra.
“Grazie per la lettura”
Fonti:
- Parole crociate
Sicuramente chi le ha inventate merita di essere ricordato.
RispondiEliminaIo ho fatto spesso le parole crociate da ragazzo, poi ho smesso e ora non sono più attratto da questo tipo di passatempo. Però occasionalmente le faccio ancora, magari quando mi capita di leggere una rivista o un giornale dove c'è uno schema da riempire.
Ho un sacco di aneddoti attorno alle parole crociate, magari ne scriverò u n post. Grazie Ariano
EliminaCiao ferruccio sono stata una grande appassionata di parole crociate, adesso un pò meno, quelle che prediligo sono quelle senza schema, o il mitico Bartezzaghi.E' vero si impara molto, anch'io andavo a guardare nell'enciclopedia, adesso c'è Wikipedia.. Per risponderti, sicuramente arricchisce il nostro bagaglio culturale o ti fa ricordare nozioni che avevi dimenticato. Buon inizio settimana
RispondiEliminaIl mitico Bartezzaghi... volevo quasi citarlo. Ci sarà un'altra occasione. Grazie Anna
EliminaMi è capitato di fare le parole crociate per passare il tempo da bambina-ragazzina, ma ho avuto familiari appassionati. Penso che sia un modo per tenere in forma il cervello, oltre che per imparare qualcosa, come dici.
RispondiEliminaNel mio caso vanno a momenti alterni. Adesso è un po' che non ne faccio. Grazie Grazia
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