domenica 15 dicembre 2019

Un caffè a Cracovia

Arte - Nino di Mei
Tra le città estere più belle che ho visitato in vita mia, per i miei parametri di valutazione, c'è Cracovia, in Polonia. Ci andai molti anni fa. Era la fine dell'inverno e faceva freddo quella volta e una guida locale, dopo avermi raccontato qualcosa sulla città sotto un portico in Piazza del Mercato, mi consigliò di andare a pranzo in uno dei caffè letterari della città. Mi disse che non sarei rimasto deluso... 

Credo fosse il 1996 o o il 1997. Non era da molto a dire il vero che le frontiere con l'est Europa erano state riaperte e che ci si potesse andare senza tanti problemi, come si andava in Spagna o in Francia o in altri paese dell'Europa occidentale. 

Non lo ricordo con precisione e purtroppo non ho più trovato fotografie di quel viaggio: ho soltanto degli złoty in banconota risalenti a quel periodo. 

Allora Cracovia fu la sosta di un giro molto più ampio della Polonia: Auschwitz, le miniera di sale di Wieliczka, Częstochowa, Varsavia... 

Mi fermai in quella città tre giorni, in un elegante e bell'albergo, dove fui trattato da vero signore. Qualcuno mi disse che si trattava di un città universitaria e molto ricca dal punto di vista culturale, ma non mi accorsi molto di questo aspetto e dell'occasione persa. 

Non mi resi conto che sarebbe potuta essere l'ambientazione perfetta di un mio racconto. 

Per lo spuntino letterario ricordo comunque che fu la prima volta in cui mangiai del caviale, nel ristorante dell'albergo dove pernottavo e l'incredibile buffet che ti accoglieva nella sala da pranzo quando facevi colazione. 

E sopratutto non dimentico, come ho scritto nel paragrafo iniziale, che andai a prendermi un caffè in uno dei locali letterari e culturali più famosi di quella città. 

Allora non sapevo che Stanislaw Lem avesse trascorso molto della sua esistenza in quella città. Non lo conoscevo ancora come scrittore e non so se tra le fotografie esposte su una parete del locale ce ne fosse anche una che ritraeva l'autore di Solaris

Insomma questo per dire che non sempre ho sfruttato e memorizzato al meglio i luoghi in cui sono stato. E non pensavo che la semplice visione di un'immagine con quella piazza capitatami davanti nei giorni scorsi potesse risvegliarmi così tanti ricordi. 

Adesso certe immagini che ho nella mente sono ancora vive e magari con un po' di fortuna mi permetteranno di creare e scrivere qualcosa di nuovo. Magari un semplice racconto di quei giorni. Perché no! 


"Grazie per la lettura"

7 commenti:

  1. Dell'est europa ho visto solo Mosca, magari basta

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    1. Mi piacerebbe poter vedere Mosca e anche San Pietroburgo che ancora mi ostino a chiamare Leningrado se lo faccio senza pensare
      Grazie Ernesto

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    2. Non so come è adesso, allora, quando ci sono stato io, era incantevole

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    3. Dimenticavo lo stesso problema io ce l'ho con Volvograd, per me è Stalingrado

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    4. Anche... Forse abbiamo fatto le scuole medie nello stesso periodo :-D
      Grazie Ernesto

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  2. Mio figlio è andato in gita a Cracovia l'ultimo anno del liceo, ma le sue impressioni sono state miste: secondo lui il centro e le attrazioni da visitare erano notevoli, ma bastava allontanarsi di pochi metri dal circuito turistico per trovare una certa decadenza. Immagino che sia normale, quando la povertà è molto diffusa.

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    1. Non lo metto in dubbio, come turista non hai quasi mai problemi (ma è così anche in Italia) ma non si tocca in pieno l'Anima di una zona... In un altro viaggio sempre all'est, credo in Cecoslovacchia rimasi sconcertato nel vedere la povertà che c'era in un supermercato. Grazie Grazia

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