- Patate lesse
Quella volta a Potsdam le patate lesse non erano un'alimentazione povera. Ma non ero abituato a vederle al posto del pane. Restai molto sorpreso e anche un pochino insoddisfatto, benché il pesce che mi fu servito e il trattamento furono esemplari. Tuttavia le patate lesse sono per me l'alimento povero per eccellenza. Le vedevi sulle tavole delle anziani di una volta e da piccolino si coltivavano direttamente in un campo poco lontano da casa. Le patate lesse finivano in tavola un po' con tutto il resto. Basta bollirle e poi si potevano mangiare una volta sbucciate. Mi piacciono ancora adesso le patate lesse. Saranno un alimento povero ma che delizia...
- Croste di formaggio abbrustolite
Da bambino non mangiavo il formaggio ma diventavo matto per le croste abbrustolite sul piano della stufa in baita o sul focolare a casa della anziana prozia. Erano una delizia. A volte speravo solo che qualcuno mangiasse formaggio per deliziarti con le croste, ma a dire il vero era il solo modo che avevano i miei per farmi mangiare un po' di grana e di formaggio di latteria.
- Croste di polenta
Anche le croste che rimanevano sul paiolo di rame una volta che era stata messa in tavola la polenta, erano una delizia. C'era chi le mangiava con lo zucchero e chi con la marmellata. Io le mangiavo così come erano. A volte ancora calde. E pensare che molta gente le dava ai maiali o alle galline.
- Pane nudo
Ho parlato direttamente del mio rapporto con il pane nudo in un post specifico (vi basta cliccare sul sottotitolo di questo paragrafo per trovarlo). Non dovete fare altro che andare a leggerlo o a rileggerlo.
- Frutta e frutti selvatici
Ciliegie, amarene, prugne, susine, mele, pere, uva americana, fragole, mirtilli, more, lamponi, funghi, castagne, noci, nocciole, carote... Da bambino ho provato tutto questo. Solo nel periodo invernale e all'inizio delle primavera il bosco e la campagna non offrivano nulla, ma nel resto del periodo dell'anno per noi bambini era una pacchia.
"Grazie per la lettura"
In effetti il titolo mi aveva fuorviato: più che povera alimentazione questa è "alimentazione povera", che spesso è povera negli ingredienti ma non nei risultati. Il termine povera alimentazione varrebbe più per certe manie, mode, cazzate e fanatismi moderni. :)
RispondiEliminaUn abbraccio.
Hai ragione, ma ho seguito il suono del parole e mi piaceva di più. Ora lo cambio
EliminaTutte cose buonissime che sanno di "casa", di mamme e nonne che cucinano. In un periodo dove gli chef stellati sono delle star. Buona Domenica Ferruccio
RispondiEliminaVerissimo, grazie Anna
EliminaBerlino mi fa pensare alla canzone di Garbo, l'alimentazione povera, be' forse "nutre" più delle altre
RispondiEliminaLa ricordo anch'io quella canzone!
EliminaGrazie Ernesto
Ci ho pensato, ma non ci sono cibi che mi sembrino poveri, forse perché non mi è mai capitato di dover mangiare qualcosa troppo spesso per i miei gusti. Quanto al pane, la qualità di quello che mi viene offerto al ristorante è uno dei motivi che mi fa tornare, a volte. Da un po' faccio il pane in casa, ed è buonissimo.
RispondiEliminaIo a diee il vero ho sempre associato le patate bollite alla povertà, riferendomi però alla cultura e alla storia delle mie origine, andando molto indietro nel tempo. Poi le croste del formaggio e della polenta c'era chi le dava agli animali, ma capisco benissimo il tuo punto di vista e il pane fatto in casa deve essere fenomenale! Grazie
EliminaNon riesco ad associare un qualche piatto alla povertà... Forse i cavoli, perché in Tolstoj si leggeva spesso di "quelle case dei poveri che puzzavano perduramente di cavolo". Che poi c'è cavolo e cavolo. Per esempio i cavolfiori cotti in padella con aglio e peperoncino, o in pastella, o fatti al fritto misto come dalle mie parti, sono tutt'altro che un piatto povero. E che buoni.
RispondiEliminaDici bene Marco, che buoni sì
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