domenica 24 novembre 2019

Gli asparagi di Budapest

Se dovessi ritornare a Budapest mi farei portare, questa volta, sulla via Pál. Non ricordo di esserci stato in quella lontana primavera degli anni novanta. Ricordo un grande hotel con i giocatori della nazionale di calcio della Svezia nella hall, i prezzi irrisori e quei deliziosi asparagi gratinati come antipasto e ispiratori di questo spuntino letterario. 

Non conosco molti scrittori ungheresi e non conosco i gusti alimentari degli scrittori ungheresi. Il più famigliare è Ferenc Molnár e naturalmente mi è famigliare il suo romanzo I ragazzi della via Pál, ma per le varie trasposizioni cinematografiche viste più che dalla lettura del testo vero e proprio. 

Però ho dei bei ricordi di Budapest e mi sono permesso di fare uno spuntino letterario sulla città con delle semplici cose mie. 

Ci sono stato negli anni novanta verso la fine della primavera. 

Ricordo le sterminate praterie e Budapest

Ricordo ancora adesso Brolin con alcuni suoi compagni, in tuta della nazionale svedese, nella hall dello stesso albergo in cui alloggiavo io. 


Allora l'Ungheria non era cara. Era appena uscita dal blocco sovietico e i prezzi erano un quinto di quello che si spendeva in Italia per avere le stesse cose, e passare un paio di notti in un albergo di lusso non era un'esagerazione. 

Ricordo che non badai a nessun tipo di spese insomma e non riuscii neppure a spendere tutti i fiorini avuti con il cambio. Feci un giro in battello sul Danubio. Visitai l'isola Margherita. Mi feci portare al castello in taxi. 

E sopratutto mangiai divinamente in tutti i posti dove entrai. Ricordo in particolare degli asparagi gratinati che mangiai come antipasto e che non ho mai più provato allo stesso modo. 

Quelle giornate ungheresi furono davvero fantastiche e in seguito mi ispirarono un racconto dal titolo Gigolò. Dovrei sistemarlo. Ne riporto un paio di paragrafi per farvi un'idea... 

Così andò alla finestra e guardò fuori. Era giorno adesso e il cielo era sereno. C'erano auto e gente sui viali. Faceva già caldo. Era solamente il mese di maggio. Sarebbe stata un'estate torrida. Dicono che deve essere come stare all'inferno passare un'estate a Budapest. Il bel Danubio Blu. Ci sarebbero stati nugoli di zanzare. Viva i Valzer della terra ungherese. Brahms Tzigano e il sacro territorio Unno. Ricordi quando il caldo ci spinse al di là delle alpi? Avevamo cavalli e scuri affilate. Gli Unni: i Lakota Sioux d'Europa e d'Asia. Attila e Cavallo Pazzo: nomadi e felici. Adesso c'erano i nomadi moderni. C'erano scrittori nomadi. Pensa a Bruce Chatwin. Ricordi come scriveva? Arte giramondo. Picasso, Klee, e Mondrian, astrattismo e corrosione. Avete dei quadri migliori da leggere in giro per il mondo? Consigli per i nomadi. Un bel modo di vincere tutte le forma di depressione. Ecco chi era Bruce! Si lasciava portare dai piedi e dal cuore. Ecco cosa fare: non pensare al cuore e ai nomadi... 
Ferruccio Gianola - Gigolò


"Grazie per la lettura"

6 commenti:

  1. Negli anni novanta l'est europeo non costava nulla e in viaggio ci si poteva fare il riccone.

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    1. Già all'inizio del duemila la differenza non era più così sostanziale
      Grazie Ernesto

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  2. Asparagi... io questa notte ti ho sognato a occuparti di peperoni rossi!

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    1. Accidenti... hai anche colto il significato di questo sogno Marco?

      Grazie

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    2. Personalmente non credo molto alla classica interpretazione freudiana dei sogni, quando piuttosto a quella neuroscientifica di Mitchinson e Crick.
      In poche parole: il sogno non indica uno stato di malessere della psiche, ma è l'assenza di sogni a determinare uno stato di malessere.

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    3. Semplice curiosità dovuta alla presenza dei peperoni, dovrò cercare nei prossimi giorni se trovo qualcosa che sposa i peperoni con la narrativa...
      Grazie

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