Da ragazzino, a scuola, ero molto bravo con la lingua francese. A dire il vero ero bravo in tutte le materie. Purtroppo però non ho mai avuto l'occasione di poterla parlare in contesti pratici e una volta passato alle scuole superiori la lingua da studiare è diventata l'inglese.
Così poco alla volta ho rimosso totalmente l'idioma dei cugini d'oltre alpe.
Ce l'ho lì. Ce l'ho lì sulla punta delle lingua. Credo che basterebbe poco per poterla riportarla alla luce, ma intanto non mi ha evitato figure o figuracce.
Mitica è senza dubbio quella che riporto nel paragrafo iniziale. Risale alle prime volte che acquistavo libri. Non sapevo quale fosse il titolo italiano del romanzo in questione e non so perché il mio cervello aveva tradotto Voyage au bout de la nuit con Viaggio a bordo della notte invece che con il corretto Viaggio al termine della notte.
Ero davvero convinto che avesse questo significato e ricordo che quasi mi intestardii con il commesso che non voleva cercarlo tra gli scaffali. Mi sembra di essere ancora lì e mi sembra di vedere ancora il viso di quel commesso sconcertato dalla mia richiesta. Eccome: non era affatto convinto che ci fosse un titolo simile.
Poi si ricordò di Louis-Ferdinand Céline e disse Al termine non A bordo e tutto si chiarì.
Insomma mi sentii un po' ignorante e non ho mai più scordato questo aneddoto.
Però signore e signori che libro mi ritrovai tra le mani alla fine. Forse uno dei più sconvolgenti e veri che abbia mai letto.
«Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica.
Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato.
È un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi.
È dall’altra parte della vita.»
Louis-F. Céline - Viaggio al termine della notte (Introduzione)
"Grazie per la lettura"
Non ho mai letto questo libro, ma già dal titolo se l'avessi visto in libreria l'avrei comprato. Poi tu dici che è bello, per cui lo leggerò sicuramente!Però Ferruccio povero commesso, leggendo la scena mi è venuto da ridere! Ti auguro una bella giornata e un viaggio nella notte
RispondiEliminaScena piuttosto grottesca. Grazie Anna, buona giornata a te
EliminaPure io ho studiato soprattutto francese, ma proprio ieri, aiutando mio nipote con in numeri in francese, m'è uscito un bel SEVEN al numero 7. Cose che succedono...
RispondiEliminaOra non ricordo "sette" in francese... Sept?
EliminaCéline è un autore impegnativo, ma essenziale
RispondiEliminaLo credo anch'io. Grazie Ernesto
EliminaSai che quel aneddoto aiuta meglio a memorizzare uno scrittore ,un incipit e un libro di un autore?
RispondiEliminaMi aggancio al post di ieri...
L.
Mi sa che può funzionare così
EliminaGrazie Linda
È uno dei miei autori di riferimento in assoluto. Dopo Il viaggio, adoro La trilogia del Nord. Sono un po' un fanatico. Mi ha segnato nel cuore.
RispondiEliminaPiù che mai concorde. Un autore vero. Grazie Andrea
EliminaHo visto che sei di Premana. Anche se non ci abito piu' io vengo da Costa Masnaga, sulla 36, e quando ero un ragazzino il parroco del mio paese era Don Roberto Bellati, proprio di Premana.
EliminaPiccolo il mondo Andrea,
Eliminabe' se non sbaglio "Consonni" è un cognome tipico delle Brianza e dall'alto milanese. Ho frequentato le scuola a Milano e la 36 la conosco a occhi chiusi, strano che non abbia ancora realizzato un post su quella strada. Grazie