Nell'ottobre di un bel po' di anni fa iniziai a frequentare le scuole superiori a Milano. I miei mi misero in collegio. Fu una scelta obbligata. Gli istituti più vicini erano a una quarantina di chilometri e i mezzi di trasporto non erano mica come adesso. C'era soltanto una corriera al mattino e una alla sera che rientrava. Non c'era la possibilità di fare il pendolare, come studente.
Così dalle mie parti si andava in collegio, dopo le scuole dell'obbligo. Non c'era molto da scegliere: si andava a lavorare o si andava in collegio. Si andava in collegio a Sondrio, oppure a Bergamo o a Milano.
I miei scelsero Milano. Fui messo in collegio collegio dai Salesiani. Zona centrale, a un passo dalla Stazione. Un collegio nella grande città. Be' non ho mai dimenticato quella prima settimana di collegio.
Ce l'ho ancora lucida davanti agli occhi quella settimana del mio primo autunno milanese da quattordicenne sceso dai bricchi orobici. Ricordo che mi sembrò senza fine e ricordo le difficoltà ad abituarmi al cibo, a volte misterioso, del collegio. Le difficoltà del self service in mensa. Le file tra studenti. Pietanze mai provate prima di allora. Odori strani. Gente strana.
Ricordo però anche il desiderio di un piatto di pasta e fagioli, forse perché allora era uno dei mie piatti preferiti (ne ho mangiato piatti anche a colazione in alcune situazioni) e non esagero nel dire che il mio primo rientro a casa, qualche settimana dopo, fu festeggiato da diversi piatti di quella deliziosa minestra. Talmente buona per il mio palato che ne sento ancora il sapore.
Forse è per quello che rimpiango ancora adesso quella settimana. Visto che non capita più di avere la pasta e fagioli in tavola. Raramente mi accade di poter mangiare un piatto di pasta e fagioli. Ma ogni volta che succede o come adesso che ci penso, è un niente avere l'ispirazione per un post e per tornare indietro a quei tempi.
"Grazie per la lettura"
P. S. - Il collegio per me è stato talmente importante che mi ha permesso di scrivere uno dei miei racconti più ispirati: Racconto senza titolo.
La pasta e fagioli l'adoro anch'io
RispondiEliminaCapisco eccome
EliminaGrazie Ernesto