sabato 14 settembre 2019

Cinquecento metri di arte

I tre lavori presenti in questo post ritraggono dei luoghi che distano cinquecento metri in linea d'aria, forse meno, l'uno dall'altro. Case vecchie, fienili, pollai e i prati di una volta. Insomma cinquecento metri di arte, di storia, di sapori e di ricordi, per dirla tutta. Tutti risalenti allo stesso periodo. 

Il post di oggi mi porta - come successo in altri momenti - a fare l'ennesimo viaggio del tempo, ma l'arte vive anche di queste cose e queste opere di Nino di Mei mi sono letteralmente saltate addosso. Si parte dal primo disegno in bianco e nero, quello che trovate in testa all'articolo. 

Laggiù si vede casa mia. La vedete no? Proprio laggiù in fondo al disegno al centro. Era così agli inizi. Nell'estrema periferia del paese. Irriconoscibile adesso. Una casa a due piani con solaio, attaccata a quella di mio zio a un solo piano. La campagna era dappertutto e sopra e sotto c'erano orti, prati e campi coltivati. La strada era uno sterrato polveroso quasi sempre deserto, perfetto per giocare a pallone, visto che il passaggio delle auto era più che una rarità. 

Uscivi dalla porta di casa e se voltavi a sinistra imboccavi una strada che portava verso la campagna. Non bisognava camminare molto. I prati erano subito lì, diventavano i campi da gioco per noi bambini, anche se a volte, questo particolare, faceva arrabbiare qualcuno. Ma per noi era divertimento puro in ogni stagione. E il paese te lo lasciavi alle spalle senza tanti rimpianti. 


Il secondo quadro (un acquerello) ritrae invece una zona dove mia madre per anni ha avuto un orto e ha coltivato un campo di patate. 

Sì, c'era pure quello allora e non è semplice dimenticare i periodi nelle varie stagioni in cui ci si metteva mano. 

Per arrivarci ci si serviva dello stesso sentiero, si girava attorno a un promontorio e... 

Poi si attraversava un ruscello, si risaliva una rampa di qualche metro ed ecco la nostra spiaggia estiva o la nostra pista invernale, visto che con la neve quella zona si riempiva di bambini con un paio di sci, slittini, bob e via di seguito. 


Andando avanti si attraversavano quatto casolari e si arrivava all'ultima opera, quella realizzata su una tela a olio

Sulla sinistra del lavoro, in basso, c'è una pianta di amarene, magari e difficile da riconoscere ma è davvero una pianta di amarene. Adesso vi giuro che ancora adesso mi pare quasi di assaggiarle. 

Ma c'è dell'altro. Se guardate bene ci intravedete anche una fonte interrata che esiste ancora adesso, credo, anche se purtroppo non ci bevo più da molti anni. 


"Grazie per la lettura"

8 commenti:

  1. Penso che tu abbia la fortuna di vivere in un gran bel posto,e i quadri sono molto belli! Piacciono molto anche qui a casa mia, li ho fatti vedere a tutto il nostro piccolo condominio. Uno dei post preferiti, quello di Pantani! Come vedi non sono solo io a seguirti! Buon sabato Ferruccio!

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  2. Bellissimi questi quadri
    Alessia

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  3. Mi piace molto questo tuo ricordare. Fa bene al cuore vero?
    La fonte è quella che si vede tra le due case?
    Buon fine settimana a te.

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    1. La fonte è sotto il terrapieno. Non si vede, purtroppo
      Grazie buon fine settimana a te

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  4. Mi spiace non aver dipinto anche io le vecchie case della mia vita...peccato..! I quadri di Nino mi piacciono tanto..

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