Alla foce del Guadalquivir, sulle rive dell'oceano Atlantico, più o meno al centro della Costa de la Luz, c'è Sanlúcar de Barrameda. Ci sono stato diverse volte negli anni novanta per la vacanza. Mi sono sempre trovato a meraviglia. Una cittadina molto importante anche dal punto di vista creativo visto che diversi capitoli di Pata negra sono ambientati in questa città.
Non ci sono specialità particolari e descrizioni di pranzi luculliani nel racconto ma spero di trasmettere un poco l'atmosfera che respiravo quando andavo a pranzo o a cena aggiungendo dei brani presi da questo romanzo.
Sanlúcar tuttavia è ricca di prelibatezze enogastronomiche...
- Una volta in piazza del Gabildo, contemplammo la piazza e la gente sulla piazza e quindi la bella sera e poi riprendemmo a camminare andando avanti diritti sempre sul viale. Avevo intenzione di cenare all'Anfora. Proseguire diritto mi sembrava la strada più breve per giungere al ristorante. Avevo voglia di tornare all'Anfora a cena dopo due anni. D’altra parte ero convinto che pure a Claudia sarebbe piaciuto mangiare in quel locale. Due anni prima avevo cenato diverse volte in quel locale e mi ero sempre trovato a meraviglia. Si mangiava bene, si stava tranquilli e non si spendeva neppure troppo.
Intanto, pensando a queste cose, eravamo giunti sul Sagrato della Cattedrale; svoltammo a sinistra inoltrandoci in uno stretto vicolo laterale e sul fondo imboccammo calle Cabo Noval. Adesso i viali erano lunghi e trafficati. Dal marciapiede cominciavi quasi a sentire l'odore salmastro dell'oceano. Oltrepassammo i lunghi viali costeggiando la passeggiata e proseguimmo sulla strada grigia e scura che conduceva alla spiaggia finché non scorsi l'insegna verde e luminosa del ristorante. L'Anfora esisteva ancora...
- Sbucammo sulla piazza torrida al sole. I camerieri sistemavano i tavolini per il pranzo sulle piazzole fuori dai ristoranti. Andammo in una taverna sotto il portico. L'interno del locale era antico e fresco con una grossa ventola che girava lenta al soffitto. Ci sedemmo a un tavolo e guardammo sulla piazza attraverso gli archi di pietra del portico...
- Restai in camera tutta la mattina seguente. Preparai i bagagli e li sistemai davanti allo specchio a fianco del letto. Verso le due uscii a pranzo. Andai con Elisa a piedi sul viale che portava verso il centro. Ci fermammo davanti ai tavoli all'aperto di un ristorante poco lontano da piazza del Gabildo. L’odore di fritto del locale giungeva fino sul marciapiede. Non era un posto attraente ma era tardi e avevamo poco tempo per mangiare. Alla fine decidemmo di sederci ai tavoli. Intuii subito che il cameriere non aveva fretta; dovetti chiamarlo un paio di volte per avere ascolto...
"Grazie per la lettura"
Non conosco l'Andalusia, i brani sono interessanti, ma bisognerebbe leggere il romanzo
RispondiEliminaMi rendo conto e ti capisco. Grazie Ernesto
EliminaConosco l'Andalusia ma questo posto assolutamente no! Bisognerà colmare la lacuna al piu' presto! Ho guardato anche su Maps ed ho visto che è sull'Atlantico, vicino a Cadice!
RispondiEliminaGrazie Ferruccio e Buona Domenica
Una zona davvero fantastica per me
EliminaGrazie Anna