sabato 29 giugno 2019

Solo a me non importa nulla di Netflix?

Mi sono chiesto più volte: solo a me non importa nulla di Netflix? O meglio Netflix e altre realtà on Demand? Non so cosa sono i film in uscita e non parlatemi di serie televisive. Sono rimasto fermo a "I confini dell'Arizona" e "Ai confini della realtà". Io penso che se uno vuole fare davvero il romanziere, la filmografia e le serie televisive non dovrebbe neppure prenderle in considerazione. Non immaginate quanta roba leggo, al giorno d'oggi, "infangata"  da produzioni on Demand... 

Credo che i libri migliori siano nati negli anni in cui non c'era la televisione. Ci metto la firma. Ora non è più possibile scrivere grandi cose se non si possiede un grande senso etico e morali da cui attingere. 

I libri migliori siano nati negli anni in cui non c'era la televisione. Senza chiamare in causa Omero, andiamo indietro di tre o quattro secoli come punto di partenza. 

Forse fino agli anni settanta e ottanta c'era ancora qualche possibilità nello scrivere un buon romanzo, poi se ti sei giocato il cervello con la televisione tanti saluti alla vera narrativa. 

Posso sbagliarmi ma penso proprio sia così. 

Ora come ora ho la sensazione che tutto passa attraverso certi meccanismi che ci mettono davanti agli occhi e gli autori non fanno altro che proporre cose del tutto uguali e colpevolizzo principalmente queste nuovi fonti di approvvigionamento televisivo come responsabili.  

Per fortuna non guardo la televisione

Ci dedico dieci minuti al giorno di media. Non se seguo i telegiornali, non so cosa siano gli abbonamenti per le serie televisive. Insomma figurarsi se pago per mettermi a vedere una serie televisiva...

Sembro un'idiota quanto qualcuno mi cita il titolo di una produzione alla moda. E per me le prime visioni sono film che sono sul mercato già da dieci anni. 

Insomma vedrò ciò che è di moda adesso tra un decennio per dirla tutta, a piccoli bocconi in ogni caso. Insomma mi sembra di essere una bestia rara. Ma penso che uno scrittore dovrebbe elaborare le cose dentro la sua testa. 

Dovrebbe creare grazie alla sua esperienza e alla sua immaginazione. Non dovrebbe scimmiottare le cose alla moda. Non dovrebbe copiare e seguire le mode per scrivere un romanzo. Un vero capolavoro è qualcosa di inventato di sana pianta e non qualcosa che si vede in televisione tutte le sere. 

Lo so magari non siete d'accordo. Ma a me di Netflix non importa nulla, o meglio le cose tutte le cose che somigliano a Netflix: mi pare che stiano trasformando in zombie un po' tutto coloro che ci perdono la testa... 

Anche se in tutta sincerità farei meglio a scrivere che non so neppure che cosa è NetFlix: non so neppure se l'ho scirtto in maniera corretta. 


"Grazie per la lettura"

6 commenti:

  1. Non è necessario essere abbonati a Netflix, o ad Amazon Prime, o a un altro servizio di streaming. Così come non è necessario guardare la TV.
    Alcuni prodotti, però, sono molo ben scritti e ben girati, e costituiscono una valida forma di intrattenimento.
    Ricordo ancora Lost: ecco, quella serie fu un vero "kick": anche a tv spenta, ero lì che riflettevo, pensavo, fantasticavo, cercavo spiegazioni, esaminavo teorie.
    Era una serie che ti accendeva letteralmente il cervello.
    Analogamente, molti dei libri che ho letto negli ultimi anni non sono riusciti a fare la stessa cosa. Per dire. ;)

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    1. Esatto Luca, il mio post è più una piccola provocazione (ho usato NetFlix nel titolo perché è sulla bocca di tutti) rispetto a come si tende a subire certe tecnologie al giorno d'oggi. I "buoni cervelli" e la "gente sveglia" prende il meglio, ma temo anche che molta narrativa sia guastata dalla fruizioni e dall'invadenza della "televisione". Grazie

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  2. Non mi sono mai preoccupato di questi aspetti

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    1. Un po' una provocazione la mia, contro questa invasione di serie televisive principalmente
      Grazie Ernesto

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  3. Io nemmeno, pensa che mi divertivo molto di più quando vedevo le serie stand alone di la donna bionica, macgyver e così via. La svolta è avvenuta con x-file, pure lui nato stand-alone per poi appiattarsi sugli extraterrestri. Se i miei racconti per alcuni possono sembrare troppo filmici o visivi, credo che l'influenza si debba più ai fumetti. Non ho alcun abbonamento naturalmente, e sul fatto che uno non debba lasciarsi influenzare con me sfondi una porta aperta. Il matematico John Nash una volta disse si non leggere letteratura matematica per non avere influenze.
    Davvero non capisco gli zombie da divano. Un mio amico militare una volta mi confidò che non vedeva l'ora di andare in ferie per spararsi tutte insieme le puntate di una serie. A questo siamo arrivati. Detto ciò, fossimo nati in America, magari adesso faremmo parte della gilda degli sceneggiatori di Hollywood :-D
    Ciao e a presto.

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    1. Le serie che hai citato sono le ultime che ho amato anch'io. Ei racconti presi dai fumetti, capisco cosa vuoi dire.
      Grazie Massimo

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