mercoledì 15 maggio 2019

La risposta è 42

Immagino che solo partendo dal titolo di questo post: "La risposta è 42", molti lettori abbiano intuito se non capito la direzione che voglio far prendere all'articolo. Certo la giusta direzione, senza andare a sviscerare questioni filosofiche sul senso della vita, perché, in maniera molto banale, questo post, non è altro che un'inchiesta su uno scrittore e su uno di quei libri che a detta di molti tutti dovrebbero leggere. Tutti , anche se io al momento non l'ho ancora fatto. 

Non ho mai letto nulla dello scrittore britannico Douglas Adams, anche se ho avuto modo di citarlo sul mio blog. Non ho mai letto nulla. 

Naturalmente non ho mai letto la sua opera più famosa e conosciuta: La guida galattica per gli autostoppisti, romanzo adattato da una serie radiofonica di fantascienza degli anni settanta creata dallo scrittore appena nominato. Una serie che dopo il romanzo ha dato vita a anche fumetti, videogiochi e pure un film qualche decennio fa. 

Insomma nonostante l'influenza che ha avuto io non ne so nulla. Sono del tutto ignorante con questo autore. 

Il motivo preciso non lo so. 

Un po' è dovuto al fatto che non amo in maniera particolare la letteratura umoristica. O almeno così credo io. Più cha altro la evito (ma questo può essere il motivo per un altro post nei prossimi giorni). 

Non amo quella che rientra nella letteratura umoristica classica, figurasi se posso amare la fantascienza umoristica perché a quanto mi è parso di sapere si tratta di un romanzo che rientra in questo genere: fantascienza che mi cattura per tutt'altri motivi. Ma non avendolo letto, ovviamente non ci posso giurare. 

E se così non è, fatevi aventi con i vostri contributi. 

Il mio punto di vista è del tutto soggettivo. E spero ci sia qualche fan dello scrittore britannico tra i lettori del mio blog in grado di illuminare il buio che mi contraddistingue nei suoi confronti. 

Ora ve lo dico chiaramente, leggendo questi primi paragrafi dell'incipit... 

Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. 
A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro–verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione. 
Douglas Adams - La guida galattica per gli autostoppisti 


"Grazie per la lettura"

16 commenti:

  1. E non dimenticarti l'asciugamano! È indispensabile per gli autostoppisti galattici.

    RispondiElimina
  2. Si, è decisamente fantascienza umoristica ma soprattutto nei primi romanzi (non ho mai ascoltato l'originale sceneggiato radiofonico) è espressa con tanti spunti ironici e satirici e contiene idee tutt'altro che superficiali.

    RispondiElimina
  3. Anche per me è da leggere
    Alessia

    RispondiElimina
  4. Sono sincero, ne riconosco la validità ma non è il mio genere, in questo siamo molto simili...

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Moz- in effetti non divento matto per il genere umoristico, anche se in questo caso gli aspetti filosofici - a quando si dice - non sono da scartare

      Elimina
  5. Per alcuni quest'opera è quasi un dogma, ed è amata svisceratamente.
    Adams è bravissimo ad unire umorismo, fantascienza, ma anche temi importanti sebbene inseriti in maniera latente e leggera.
    A me la saga ha divertito, ma onestamente sarà perché il genere commedia nei romanzi con me trova pochi riscontri e consensi, però è una saga che ho apprezzato, ma non amato particolarmente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Pirkaf ha ragione riguardo al dogma: so che c'è gente che l'adora

      Elimina
  6. Lo stesso per me, non amo le storie umoristiche. Coincidenza, la prossima settimana accenno proprio a questo romanzo.

    RispondiElimina
  7. Ho provato a leggere Guida galattica per gli autostoppisti qualche anno fa, su consiglio di un'amica e delle numerose recensioni sull'Amazon statunitense. Ho mollato il libro dopo una ventina di pagine. Non mi interessa leggere testi che facciano ridere o sorridere. Mi capitano entrambe le cose, leggendo, ma non mi piace che quello sia l'intento dell'autore.

    RispondiElimina

Questo blog ha i commenti in moderazione.

Info sulla Privacy