Ciao Gianluca: “A un passo dalla follia”, una nuova avventura di Elia Preziosi, il magistrato tormentato e solitario. Vuoi raccontare ai miei lettori com’è nata questa tua nuova fatica letteraria?
Caro Ferruccio, innanzi tutto grazie per l’ospitalità, sempre molto gradita. “A un passo dalla follia” è l’ultimo capitolo della trilogia con Elia Preziosi e comincia esattamente da dove era terminato il romanzo precedente, “Il confine dell’ombra”.
Perché la scelta di un luogo esotico, in questo romanzo?
Ho scelto di ambientare parte della storia in Africa perché è un continente che amo in modo particolare, con le sue tradizioni così vive e con la sua natura così forte e presente. Una terra selvaggia che risveglia sensazioni ed emozioni ancestrali, che ricorda ciò che l’uomo era prima di crearsi attorno un mondo non suo, fatto di palazzi e cemento.
Com’è cambiato Elia Preziosi con il susseguirsi delle sue storie?
Elia Preziosi è un uomo di legge, un profondo conoscitore del diritto penale e della criminologia che tuttavia non si rassegna all’idea che non esiste una spiegazione razionale al male. E’ un personaggio segnato dalle vicissitudini che ha dovuto affrontare nel corso della sua vita privata e professionale, e storia dopo storia cerca di convivere con i demoni che lo tormentano. Preziosi è un uomo che continua a sentire sulla sua pelle il residuo oleoso del male, ne percepisce l’odore nei sogni, lo vede appostato nell’ombra mentre il giorno dirada al di là della finestra. Nonostante cerchi disperatamente di allontanarsi dal male, continua a sentirne ancora il richiamo che lo sfida a combattere o a fuggire.
Quali sono le difficoltà maggiori che hai incontrato nella stesura di questo lavoro?
In “A un passo dalla follia”, oltre ai temi criminologici e giudiziari che fanno parte del mio tradizionale bagaglio culturale, ho affrontato e approfondito un argomento nuovo, ossia quello dei dogmi della religione cattolica. Scrivere una terza storia ad alta tensione con il medesimo protagonista, già ampiamente caratterizzato nei romanzi precedenti, è stata una esperienza abbastanza faticosa, ma alla fine credo che sia venuto fuori un bel thriller, anche se il mio giudizio conta poco: come sai, caro Ferruccio, “ogni scarrafone è bello a mamma soja”.
C’è qualcuno che senti di dover ringraziare, adesso che sei un maestro riconosciuto del genere?
Sicuramente lo staff delle mie collaboratrici, senza di loro non potrei fare nulla di ciò che faccio. In particolare, poi, voglio ringraziare Cristina Vernizzi, un’editor di rara bravura che, romanzo dopo romanzo, mi aiuta a migliorare come autore.
Come vedi il futuro di Elia Preziosi, cosa ci riserverà ancora il magistrato?
Come ti dicevo, caro Ferruccio, “A un passo dalla follia” dovrebbe essere il capitolo conclusivo della trilogia con Elia Preziosi, ma l’uso del condizionale è quanto mai d’obbligo. Elia è un personaggio a cui sono davvero molto affezionato, e anche se non ritornerà nei miei prossimi lavori, avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
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"Grazie per la lettura"
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Ho sentito parlare di Arrighi, mi pare di averlo visto anche in televisione, ma ancora non ho letto nulla
RispondiEliminaAllora è il momento!
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