Posso sbagliarmi ma è assai probabile che a breve andrò a prendere il libro Notre-Dame de Paris di Victor Hugo.
Ci voleva un incendio per ricordarmi di non aver mai letto un libro del genere e, senza cadere nella retorica, per ricordare a tutti il valore e l'impatto nell'immaginario comune di una costruzione: forse il più importante e famoso esempio gotico del mondo. Vi confesso che sono rimasto abbastanza colpito e attonito, forse perché pensi che siano delle costruzioni "immortali".
Le hai sempre viste e pensi sia impossibile che possono svanire come cose da niente, dal mattino alla sera. Non lo so...
Una costruzione che Victor Hugo amava parecchio. Non a caso si racconta che il libro stesso fu scritto per sensibilizzare l'opinione pubblica circa la necessità di restaurare l'edificio che, dopo la Rivoluzione francese, versava in condizioni piuttosto critiche.
Magari comprando il libro, nei prossimi giorni potrò aiutare la ricostruzione. Fatelo anche voi se vi trovate nella mia stessa condizione...
L'incipit del romanzo, primo vero grande successo di Victor Hugo, non può mancare...
Sono già oggi trascorsi trecentoquarantotto anni sei mesi e diciannove giorni da che i parigini si svegliarono al frastuono di tutte le campane che suonavano a distesa nella tripla cerchia della Cité, dell'Université e dell'intera città.
Il 6 gennaio 1482 non è però un giorno che la storia ricordi. Nulla di rimarchevole nell'evento che così scuoteva fin dal mattino, le campane e i borghesi di Parigi. Non si trattava né di un assalto di piccardi o di borgognoni, né di un reliquiario portato in processione, né di una rivolta di scolari nella vigna di Laas, né di un ingresso del nostro temutissimo signor Messere il re, nemmeno di una bella impiccagione di briganti e di brigantesse in Place dela Justice a Parigi. Non era neanche l'arrivo, così frequente nel quindicesimo secolo, di qualche ambasciata tutta pennacchi e decorazioni. Erano trascorsi soltanto due giorni da che l'ultima cavalcata del genere, quella degli ambasciatori fiamminghi incaricati di concludere il matrimonio tra il delfino e Margherita di Fiandra, aveva fatto la sua entrata a Parigi, con grande preoccupazione di Sua Eminenza il cardinale di Borbone, il quale, per far piacere al re, aveva dovuto far buon viso a tutta quella rozza ressa di borgomastri fiamminghi, e lusingarli, a Palazzo Borbone con una molto bella moralità, satira e farsa, mentre una pioggia battente inondava alla sua porta i suoi magnifici arazzi.
Victor Hugo - Notre-Dame de Paris
"Grazie per la lettura"
Inevitabile ormai, collegare ogni catastrofe non palesemente naturale, ad un attentato.. siamo figli del terrore, nessuna guerra toccata con mano, ma un clima di inadeguatezza psicologica, che ci spinge a dubitare di tutto, a temere, a sospettare...
RispondiEliminaManca anche a me Notre-Dame de Paris, nonostante ami Victor Hugo..
Sono d'accordo, grazie Franco
EliminaManca pure a me, il libro
RispondiEliminaUno dei primi successi di Hugo
EliminaGrazie Massimo
A dire il vero non ho mai letto nulla di Victor Hugo. Per la cattedrale mi spiace
RispondiEliminaCerti edifici ti danno l'impressione di essere indistruttibili. così avevo pensato quando l'avevo vista da vicino.
EliminaGrazie Ernesto