domenica 28 aprile 2019

Spuntino letterario al Giro D'Italia

Tra poco meno di un paio di settimane, esattamente sabato 11 maggio, partirà la centoduesima edizione del Giro D'Italia di ciclismo. Uno degli eventi sportivi che ancora seguo con un certo interesse. Il giro d'Italia è anche protagonista di un racconto che ho pubblicato sul blog qualche mese fa e che in più di un'occasione ho promosso in rete. Siccome c'è un passo che parla di cucina valtellinese, credo valga la pena per uno Spuntino letterario... 

Tra le immagini più belle che ho nella memoria dei vari Giri d'Italia c'è lo scatto di un giovanissimo Marco Pantani sulle rampe del Mortirolo nel giugno del 1994. Fu l'inizio della sua leggenda e ancora oggi, quando vedo gli spezzoni video di quella tappa in telecronaca, mi commuovo. 

Era un Pirata sconosciuto al grande pubblico e suppongo che molti non addetti ai lavori rimasero sorpresi quando notarono lo scalatore romagnolo fare le scarpe a Berzin, Indurain, Bugno e compagnia bella. 

Una giornata indimenticabile per il ciclismo: una giornata indimenticabile per gli appassionati di quello sport. 

Non a caso, quella giornata sportiva, è rimasta profondamente impressa anche nel mio inconscio, visto che qualche anno dopo, in un racconto satirico, riprendo un po' la cronaca di quel giro. 


Una cronaca che riprendo un poco anche oggi, anche perché essendo domenica ed essendo la domenica dedicata da anni al cibo letterario, non mi pare fuori luogo citare qualche piatto particolare. 

Piatti che adoro, come i pizzoccheri e la bresaola e il formaggio di latteria e il formaggio bitto e poi gli sciatt e il pane di segale. 

Piatti e alimenti che non sono molto distanti in linea d'aria dai luoghi dove sono nato. 

Forse non è neppure faticoso scrivere della seconda parte di queste cose, visto che sono sicuramente aspetti appetitosi, anche se si portano addosso un po' di malinconia se penso a quelle giornate indimenticabili. 

Mio fratello e Giorgio - quello rapato a zero - non si limitarono a divorare una teglia intera di pizzoccheri, ingurgitarono pure un bel po’ di pane di segale con la bresaola e dei cubetti di formaggio, ricoperti da una pastella di farine di grano saraceno e bianca, fritti in olio bollente. Parevano dei morti di fame. Gigi invece, celiaco e obeso, chiese soltanto un’insalata mista. Io assaggiai appena i piatti; tutta roba gustosa e genuina, ma non esagerai. Temevo di non digerire e mi limitai a pagare il conto. Pensavo di doverlo a mio fratello, dopotutto si era occupato dell’acquisto del fucile e delle spese di viaggio. Alla fine ripartimmo con il camper, seguiti sempre dall’auto dei due nuovi amici. 
Ferruccio Gianola - Lo sport è l'oppio del popolo 


"Grazie per la lettura"

4 commenti:

  1. Non per sportivi, ma una cucina saporita

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  2. Quest'anno sarà il giro dell'Italia del centro-nord: dal punto di vista gastronomico ci vanno a perdere.

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    1. Marche, Emilia, Umbria... Insomma c'è un bel menu. Poi dipende molto dalla ricchezza che il territorio offre, lo capisco benissimo. Ma io - per esempio - nonostante la povertà della zona non trovo un formaggio superiore al Bitto in nessun luogo d'italia e del mondo.

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