venerdì 12 aprile 2019

Lolita: un libro letto a metà

Dello scrittore e saggista russo naturalizzato statunitense Vladimir Nabokov ho in casa solo Lolita, non posseggo altri suoi lavori. Non ho in casa saggi critici e neppure raccolte. Detto tra noi non l'ho neppure finito, Lolita: è un libro che ho letto a metà. Nonostante il clamore che suscitò all'uscita e l'importanza che riveste nell'ambiente culturale e letterario mondiale, si tratta di un romanzo che non ho capito. Naturalmente, se volete potete aiutarmi e illuminarmi... 

Se devo essere sincero, questo post è stato ispirato da due particolari

Il primo si deve a scena tratta del film Captain Fantastic. Un momento che ritrae il protagonista Viggo Mortensen: Ben Cash con la figlia Samantha Isler: Kielyr Cash. I due mentre sono in viaggio sul pullman sgangherato per il luogo dove si terrà il funerale della madre suicida discutono sul libro di Nabokov e vi devo confessare che ho pensato di scrivere questo post quando ho visto quella scena. 

Ma non è il solo aspetto che prendo in considerazione, ce ne'è anche un altro come ho scritto sopra e non meno importante. Il secondo aspetto è dovuto all'acquerello di Nino di Mei che ho inserito nel post

Vi confesso che la prima volta che l'ho visto ho fatto immediatamente un'associazione al capolavoro di Nabokov, anche senza capirne esattamente il motivo. E ogni volta che vedo quell'acquerello penso a Lolita. 

Lolita deve essere cos' come l'ha dipinta mio padre, anche se non credo che mio padre conoscesse quel libro. Intanto però c'è un'assonanza artistica. 

Ecco ora non so se leggerò davvero Lolita e quando lo leggerò. Si trova lì nella mia biblioteca a portata di mano e quindi non sarebbe neppure un'impresa titanica metterla in atto. 

Ma vorrei sentire qualche voce in grado di indirizzarmi e farmi capire esattamente la tematica che contraddistingue la vicenda con Il professore Humbert come voce narrante. 

Certo qualche idea me la sono fatta anche con i film di Stanley Kubrick del 1962 e di Adrian Lyne 1997. 

Ho postato su Otium, nel post Le uova alla Nabocoque, l'incipit del romanzo incriminato oggi, ma può darsi che sia presente, qualche spezzone, anche in altre pagine del mio blog

Così, tanto per cambiare eccovi l'explicit

Penso agli uri e agli angeli, al segreto dei pigmenti duraturi, ai sonetti profetici, al rifugio dell'arte. E questa è la sola immortalità che tu ed io possiamo condividere, mia Lolita. 
Vladimir Nabokov - Lolita 

"Grazie per la lettura"

12 commenti:

  1. Mai letto e neanche visto il film, non ne posseggo alcuna copia. La trasposizione artistica di un caso di pedofilia, a quanto comprendo. Un successo mondiale a riprova che una tale perversione suscita curiosità morbosa nel pubblico, ma forse non soltanto. Se l'analisi psicologica dei personaggi è acuta, come accade con alcuni autori russi, potrebbe essere interessante, non so.

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    1. Sì, il tema è la "pedofilia" ed è questo l'aspetto che mi impressiona, visto il gran parlare che fece il libro.

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  2. Un libro che ancora non ho letto, ma ne ho sentito parlare molte volte

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  3. "Lolita" di Nabokov ce l'ho in casa, tra i libri in (eterna) attesa di lettura. Chissà se arriverà mai il suo turno... Sicuramente però, rimanendo in tema, facevo meglio a legger quello che sprecare tempo con la novelization di "Pretty Baby".
    Volevo poi chiederti dove avevi pescato l'acquerello, finché non sono arrivato alla riga del post in cui scrivi che è di tuo padre. Mi piace molto.

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  4. Mi piace molto il disegno
    Alessia

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  5. E' il racconto di una passione ambigua, perversa e latente che diventa realtà.
    Anche a costo di trasgredire la legge e la morale comune.
    Se non si contestualizza è un libro difficile da apprezzare e comprendere. A me è piaciuto, ma non mi ha trasmesso la voglia di leggere altro di Nabokov.

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    1. Ecco, hai scritto giusto, bisogna saperlo contestualizzare

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  6. La posa del dipinto è un po' lolitesca, anche se l'età sembra più avanzata, e ha una carnalità irridente, che può ricordare il capolavoro di Nabokov. Io l'ho letto anni fa, credo si meriti la fama di capolavoro (come il film di Kubrick, del resto ... non mi è piaciuta invece la riduzione di Adrian Lyne) e ti consiglio di riprenderlo quando ne avrai voglia.

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