venerdì 15 marzo 2019

L'invasione delle parole moleste

Ci sono tante parole, tante parole, troppe parole che possono diventare antipatiche e fuori luogo. Succede quando sono usate a sproposito. 
Parole e termini insomma che a un certo punto sembrano uscire dal loro territorio e vanno ad appropriarsi e a inserirsi in contesti che non sembrano a loro consoni. 
Io chiamo tutto questo L'invasione delle parole moleste

Una delle associazioni di parole che meno tollero in questo periodo, per darvi un'idea di cosa significa il contenuto del paragrafo iniziale in corsivo, è legata al mondo della meteorologia. 

Immagino abbiate già capito, perché non sono il solo a disprezzarla, da quello che mi è parso di capire. Quella "bombe di acqua" a me non va proprio. Perdonatemi e cercate di capirmi. 

Non so chi ha inventato questa definizione ma tutte le volte che la sento nominare mi si rizzano i capelli. La meteorologia è una scienza bellissima e tutti i suoi estremi fanno parte del gioco. 

Non c'è cattiveria nella manifestazioni meteo: è la natura stessa delle cose. Un temporale e un temporale. Una nevicata è una nevicata. Una giornata di sole è una giornata di sole, calda o fredda che sia. Una grandinata è una grandinata e un ciclone di forza quattro non ha bisogno di passare per una bomba atomica

Un semplice esempio e poi arriva la narrazione... 

Ho sempre associato la narrazione al raccontare una storia, e naturalmente per me una storia è una storia: con un inizio e una fine e un messaggio da comunicare. 

Scrivo questo perché sono un po' perplesso di fronte all'abuso di questo termine, che ormai compare in tutti i contesti possibili e non ha più confini. 

Tutto è diventato narrazione. Nei programmi televisivi non passa altro ma...

La predica di un sacerdote durante la messa della domenica mattina è una narrazione e non è più predica. La pubblicità è narrazione e non è più pubblicità. Il resoconto di un giornalista è diventato narrazione. Le balle di un politico sono diventate narrazione. Le aziende fanno narrazione non producono prodotti. 

Ci manca solo che la diagnosi di un medico diventi narrazione e poi siamo a cavallo. 

La sensazione che il termine narrazione abbia preso il posto di quell'orribile storytelling non me lo toglie nessuno di dosso: ma alla fine della fiera cos'è questo bisogno di standardizzare e uniformare tutto in una parola alla moda

Il tutto soltanto perché, in passato le campagne elettorali da Bill Clinton a Barack Obama ne hanno fatto ampio uso? 


"Grazie per la lettura"

10 commenti:

  1. Narrazione ormai viene usato per significare anche: tipo di presentazione, punto di vista, interpretazione... accade nella lingua, però il tuo post mi sembra pervaso da una sottile vena di humor in stile inglese e mi ha fatto sorridere. Buongiorno!

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    1. Son contento di aver di fatto sorridere. Anche perché come dici c'è un po' di humour

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  2. Io odio "come se non ci fosse un domani".
    Però appunto narrazione sicuramente è lo storytelling, e almeno nella pubblicità ci sta: se uno spot racconta una storia, con un inizio e una fine, si fa storytelling ergo "narrazione".
    In altri casi da te citati in effetti è un abuso anche sciocco...

    Moz-

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    1. Sono d'accordo, tecnicamente è così. Ma quando sento un politico che parlando del programma politico usa il termine "narrazione" non so se ridere o piangere

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  3. Io ho sempre chiamato "bombe d'acqua" i gavettoni fatti coi palloncini; le precipitazioni intense sono "acquazzoni", "nubifragi", "temporali". Vabbe', vorrà dire che adesso piovono pure gavettoni, non solo pura e semplice acqua.
    Va detto che sul clima non stanno facendo narrazione, ma terrorismo climatico. Perché a nessuno frega niente dei cambiamenti climatici? Perché a forza di sentir gridare "al lupo al lupo" i nostri organi di DISinformazione la gente s'è stufata di dar loro retta. Quando qualcosa di grave avverrà sul serio, nessuno se lo filerà di striscio.

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    1. "non stanno facendo narrazione, ma terrorismo climatico."
      Già

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  4. "Bombe d'acqua" mi ha sempre fatto rizzare i peli... E' puro giornalese.

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  5. Ah, io pensavo tu usassi "narrazione" apposta per non dire "storytelling", per non cedere alla moda della parola straniera a tutti i costi. Comunque, per tornare al tema principale, nemmeno a me piace questa tecnica che ormai è diventata ubiqua. Capisco che serva a voler attirare l'attenzione di chi ascolta o legge, ma è diventata una cosa esagerata, sembra che non ci sia più modo di dire le cose senza usare questo benedetto storytelling. Già in pubblicità lo odio, figuriamoci in politica.
    Per il discorso del meteo, ho letto che i siti di metereologia usano apposta questi termini sensazionalistici per attirare l'attenzione e avere quindi molte visite. Anche il fatto di fare previsioni un po' incerte, spinge (secondo loro) gli utenti a ritornare più volte sul sito per vedere le evoluzioni e quindi il sito ottiene ulteriori visite.
    POi comunque "bombe d'acqua" ricade anche nelle espressioni trite e ritrite che fanno parte di un certo giornal(ett)ismo.

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    1. Hai approfondito nel modo migliore quello che volevo dire io, grazie Kuku

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