martedì 19 febbraio 2019

Scrivere in mutande

Non spaventatevi, non sono io a scrivere in mutande. Per me è assolutamente impossibile. Ogni volta che accendo il computer e mi metto a scrivere devo essere vestito. Certo, non in giacca e cravatta, ma vestito. Però ho scoperto che lo scrittore John Cheever - per non perdere l'ispirazione - scriveva solo in mutande. Tanto è bastato per rendermi curioso riguardo all'abbigliamento degli scrittori e dei blogger che conosco: ovvero di quelli che bazzicano attorno a Otium... 

Non ho mai letto nulla di John Cheever, conosciuto come il Čechov dei sobborghi. Detto tra noi è un nome che ben poche volte è comparso nella mia testa. Non so cosa ha scritto e neppure so come ha scritto. Si tratta di uno autore - magari sbagliando - che non ha mai catturato la mia curiosità, fino a pochi giorni fa. 

Poi, per caso ho scoperto (è la figlia Susan a raccontarlo in Home Before Dark) che John Cheever scrisse la maggior parte dei suoi racconti e dei suoi libri in mutande. Seguiva un rituale tutto particolare. Si vestiva di tutto punto e poi entrava in ascensore, pigiava il tasto per scendere in cantina e nel frattempo si spogliava sino a restare in mutande. 

Lo faceva sempre. Ogni volta che si metteva a scrivere, lo faceva. Lo faceva perché temeva di interrompere il rituale che favoriva la sua ispirazione. 

Insomma, davvero curioso. Talmente curioso che ora lo chiedo a voi. Dubito che ci sia qualcuno che faccia le stesse cose di Cheever, inteso come entrare nell'ascensore e cominciare a spogliarsi prima di mettersi a scrivere, però non è escluso che ci sia qualcuno che possiede qualche mania particolare. 

Favorite nei commenti. Se vi va raccontate qualche piccola mania che avete legata all'abbigliamento. Magari c'è chi scrive mettendo un cappello. 

Magari c'è chi si mette gli occhiali da sole. Magari qualcuno si mette in canottiera come il tipo disegnato nell'immagine che ho allegato. 

So che le curiosità ci sono sicuramente e non sarebbe male conoscere qualche aspetto che vi riguarda dal punto di vista dell'abbigliamento... 


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"Grazie per la lettura" 

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Fonti: 

Home Before Dark 

P.S. - In realtà credo di aver già fatto un post sul genere, un post dal titolo Il look degli scrittori di qualche anno fa. Ritengo sia molto probabile tuttavia che molti blogger e molti scrittori che di solito passano su Otium che allora non sapessero neppure dell'esistenza del mio blog, perciò mi sono permesso di "ricalcare" un po' quel vecchio articolo.

17 commenti:

  1. C'è un tipo che scrive solo con scarpe inglesi ai piedi, perché altrimenti, testualmente, "perderebbe il controllo sugli aggettivi". Non faccio il suo nome perché ho letto un estratto di quello che scrive, l'ho trovato orrendo e quindi non intendo fargli la minima forma di pubblicità, nemmeno negativa - ma si direbbe che le scarpe inglesi gli facciano parecchio male ai piedi, a giudicare da quello che vomita sulla carta.

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    1. Interessante, se fosse uno scrittore conosciuto sarebbe il caso di fare un post.
      Grazie

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  2. Ma, guarda, per esempio, la sera, dopo cena, preferisco mettermi comodo davanti al pc, magari in pigiama. In ogni caso, rigorosamente in ciabatte e senza alcun monile, tipo orologi, bracciali anelli, collane, ecc. Non riuscirei a concentrarmi se qualcosa mi dovesse stringere i polsi o il collo, l'orecchio, o il naso (vabbè, che centra, nemmeno porto anelli al naso). Insomma, l'ammetto, come spesso dici anche tu, qualche idiosincrasia ce l'ho anch'io. 😁

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  3. Ciao Ferruccio, adoro chi mi fa ridere, di prima mattina! Non conosco lo scrittore in mutande,e non mi viene voglia di leggerlo. Anch'io devo scrivere vestita, non col tacco 12, ma vestita, ma anch'io come Gennaro senza gioielli. Un caro saluto a Gennaro e a te Ferruccio, mi fai iniziare bene le giornate, col sorriso!

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  4. Buongiorno Anna. Le donne sono tutte bellissime, ma quando sorridono lo sono di più. Un caro saluto anche a te, grazie!

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  5. Io questo scrittore in mutande, a sto punto lo vorrei leggere!
    Non conosco di manie di scrittori ma mi ricordo di aver letto dell'editore Max Perkins che pare che portasse sempre il cappello.

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    1. Ce ne sono diverse di manie. Ne ho parlato anche in altri post. Certo che questa di Cheever è più che originale

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  6. Sono cose psicologiche, a metà tra la coperta di Linus e la scaramanzia.
    Io non ho, nell'abbigliamento, niente manie :)

    Moz-

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  7. Niente rituali particolari per me. Tengo soltanto sulla scrivania un vassoio con reperti naturali di vario genere, come piume, pigne, sassi, rametti dalla forma particolare e altro, ma immagino che potrei scrivere anche senza. Mi ci sono affezionata, però. Scrivo vestita, comunque.

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