giovedì 21 febbraio 2019

Il gatto che sognava di essere un delfino - Diciassettesimo capitolo

Giovedì, ennesimo incontro con il racconto lungo Il gatto che sognava di essere un delfino. Oggi tocca al diciassettesimo capitolo. Vi aiuto aggiungendo ciò ho scritto negli altri post: se si tratta della prima volta che capitate sul mio blog attirati da questo titolo, non rovinatevi la lettura, ripartite dall'inizio. Per facilitare il compito potete saltare al post Il gatto che sognava di essere un delfino in vetrina che troverete pure alla fine di questo post, altrimenti potete seguire l'etichetta o muovervi tra i vari capitoli. 


-----  Capitolo Diciassette ----- 

Per me il significato di ricchezza non è altro che riuscire a soddisfare i propri desideri con quello che si ha e non sentire la mancanza di nulla. Definito questo non so se Lisa e Marco erano ricchi: il criterio di valutazione per gli umani è diverso. 

Ora dubito che gli mancassero i soldi ma non so sino a quanti ne avevano. Nel periodo che sono stato con loro possedevano due auto, una ciascuno. Una di grossa cilindrata e una piccola. Una di color grigio e una di colore rosso. 

Non chiedetemi le marche perché non mi interessavano. 

Solo una volta sono salito in quella grossa. Sembrava un transatlantico come quelli che si vedono in televisione e il mondo al suo interno era tutto ovattato e irreale. 

Oltre alle auto, avevano un appartamento di proprietà, grazioso e pulito, con una camera per gli ospiti e un balcone che in primavera era pieno di fiori. 

Poi possedevano una piccola baita in montagna, situata in una radura tra gli abeti a circa un paio di ore di cammino dal paese, ma non mi hanno mai portato lassù. 

In realtà, nel periodo che ho vissuto con loro, non li ho mai sentiti lamentarsi sul fatto di avere dei soldi o meno. 

Marco faceva un lavoro importante e credo guadagnasse parecchio: andava in giro per il mondo a tenere conferenze e cose simili. 

Lisa insegnava alle scuole medie del paese, ma non lavorava a tempo pieno: si recava presso l’istituto tre volte la settimana. Se non sbaglio insegnava Lingue Straniere: Inglese e Spagnolo. 

Davanti a me non parlavano mai di soldi. O forse ne parlavano, ma siccome io avevo un’idiosincrasia per il denaro è assai probabile che non assimilassi ciò che dicevano. 

Non mi facevano mancare niente sia chiaro. Il cibo che desideravo non mancava mai e non si facevano molto questioni etiche e morali al riguardo, giusto o no che fosse. Naturalmente mi facevano sentire ricco e mi volevano davvero bene. 

Lisa e Marco erano persone buone, tutte e due. Persone buone da non confondere in ogni caso con persone ingenue, anche se Lisa si faceva sempre fregare da chi suonava alla porta in cerca di elemosina. Non era capace di mandarli via. 

Bastava che alla porta si presentasse una donna con un bimbo tra le braccia con il moccio al naso e la mia signora era spacciata. Mi faceva imbestialire quando faceva così. Gli armadi di toilette che c'erano in bagno erano pieni di cerotti acquistati per questa specie di beneficenza. 

Lisa mi presentava sempre a questi tizi, come se a me facesse piacere. 

«Questo è Mic!» esclamava, e poi mi indicava mentre io cercavo un posto dove rintanarmi. 

«Che carino» sentivo rispondere dall’altra parte, anche se non è vero. 

«È un amore il mio gatto» continuava lei. 

Non dicevo niente. Mi faceva anche piacere in fondo, l'importante è che non mi definissero una bestia. 


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"Grazie per la lettura" 

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Il gatto che sognava di essere un delfino. Vista attraverso gli occhi di un gatto, una metafora sulla condizione umana. Un gatto che nello stesso tempo racconta le avventure della sua vita, dai primi istanti sino all'approssimarsi della morte. In vetrina, oggi, il post con tutti i capitoli pubblicati. Post che in seguito sarà destinato a raccogliere tutti i capitoli pubblicati al giovedì di ogni settimana... 
--->> Il gatto che sognava di essere un delfino in vetrina

8 commenti:

  1. Certo, con il denaro possiamo comprare al nostro gatto le migliori scatolette, ma solo la dolcezza e le attenzioni può stimolarlo a farci le fusa 🐱

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  2. Hai ragione Gennaro! I soldi sono importanti, ma se manca tutto il resto non servono a niente! Un saluto a tutti

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    1. Grazie Anna, e perdonami se ne approfitto per lanciare un messaggio al nostro gentile ospite poiché, purtroppo, non mi appaiono i suoi commenti su "Due Punto Tre" (li leggo solo all'interno del Sito), dato che ci appoggiamo su Plus, che come si sa sta preparando gli "scatoloni". Non so come il mio Web-master abbia in mente di ovviare, in ogni caso, spero sia quanto prima. Ricambio cordialmente il saluto e auguro a tutti un buon proseguimento di giornata.

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