martedì 1 gennaio 2019

Sarà l'anno dell'empatia

Nino di Mei
Credo che il 2019 sarà l'anno dell'empatia. O almeno questo è quello che vorrei e che cercherò io. Sono convinto più che mai che ha e avrà un ruolo privilegiato in tutti gli apparati sociali e in tutte le professioni. Perciò penso sia necessaria nutrirla ogni giorno nel modo più consono. E Otium farà del proprio meglio per assecondarmi ogni giorno in questo proposito. 

Tra le cose più difficili dell'esistenza umana c'è la capacità di provare empatia. Non siamo disposti a farlo ed è veramente un guaio, visto l'importanza che riveste in un ambiente sempre più "socializzato" come il nostro. 

Purtroppo, però, siamo creati per fare l'opposto. Siamo creati inconsapevolmente per essere aggressivi o per stare sulla difensiva. Per la nostra stessa natura dobbiamo sempre dimostrare di essere i migliori e di saperla lunga, ma non siamo in grado di comprendere e aiutare gli altri. 

Li comprendiamo solo sino a quando ci possono essere d'aiuto in un nostro progetto ma appena la visione è diversa la faccenda si fa difficile e si complica inesorabilmente. 

Gli ultimi mesi dell'anno scorso sono stati difficili sotto questo aspetto. Ho dovuto fare delle scelte quasi dolorose a tal riguardo. Scelte che mi hanno fatto capire che non ho raggiunto il giusto equilibrio in certi momenti. 

Mi lascio ancora sopraffare dalle emozioni e dall'orgoglio, anche se devo ammettere che la mia mancanza di empatia si manifesta in maniera speculare verso chi non ne mostra alcuna nei miei confronti. 

Ma proprio per quello che ho scritto nel paragrafo iniziale ho capito che devo aumentare il mio grado di empatia verso la gente. Solo in questo modo potrò ottenere certi risultati. Con più pazienza e con più tolleranza si faranno e si vedranno le cose con un'ottica migliore. 

Perciò ho scelto come proposito per questo 2019 di nutrire l'empatia ancora di più culturalmente. 

Darò ancora più spazio ai libri, all'arte, alla musica e alla bellezza, il tutto senza dimenticare il condimento a base di un "pochino" di esperienza tecnologica, di creatività e di passione e di attenzione per la gente...  

Non sarà facile, lo so, sono il primo a saperlo. Ma l'empatia per il 2019 deve essere un proposito per tutti. 

Non mi sbaglio: è il modo migliore per fare ciò che ci fa stare bene e che rende di qualità superiore la nostra vita. Uscite dal vostro ego e guardate la gente con occhi nuovi. 


--------------- 

"Grazie per la lettura e buon 2019"

12 commenti:

  1. Felice anno nuovo, Ferruccio. Auguri per un anno di empatia senza egoismi ;)

    RispondiElimina
  2. "Empatia" è un'ottima parola su cui lavorare quest'anno, e anche negli anni che seguiranno. Uscire dal nostro guscio è la chiave di tutto. Grazie di avercelo ricordato. Buon anno!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buon anno Grazia... l'empatia è un qualcosa che tu fai trasparire, anche se non ti conosco molto

      Elimina
  3. Direi che è un ottimo proposito per il nuovo anno. Auguri per questo e per tutti i tuoi obiettivi, che possano compiersi!

    RispondiElimina
  4. Temo che ci sia un po' di confusione qui... Ma è una confusione abbastanza comune.
    Tu (come tutti) dai all'empatia un'accezione positiva, quando in realtà è neutra. Empatia può essere vista come un'immedesimarsi nei panni degli altri, vedere con gli occhi altrui, ma la cosa finisce lì. Se poi questo può essere usato per aiutare gli altri, è un passaggio successivo. Per farti capire, con un esempio estremo: il torturatore deve essere molto empatico, perché deve sapere la quantità di dolore da somministrare per raggiungere il suo obiettivo (per esempio farsi dare informazioni), quindi deve mettersi nei panni della propria vittima. L'empatia è quindi una capacità (competenza); il modo e il motivo per cui viene utilizzata, come per tutti gli strumenti, sta al suo utilizzatore.
    Quanto al resto che segue, dovresti parlare piuttosto di intelligenza emotiva, ovvero la capacità di gestire le proprie e altrui emozioni, scindendole dai comportamenti, regolandole in maniera vantaggiosa per sè.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Più che confusione, uso l'accezione positiva del termine vista come condizione estetica e filosofica (concetto molto usato nella critica artistica), che considera l'empatia un'attitudine per sentirsi in armonia con l'altro. Tu la vedi come chimico :-D Grazie Marco



      Elimina
    2. No, la vedo come ne parlerebbe un neuropsicologo! Ma mi piace molto l'ulteriore accezione che ne hai dato. Non bisogna mai dimenticare il contesto in cui si parla!

      Elimina
    3. Marco quella del chimico era una battuta naturalmente, ma lo hai capito benissimo :-D.
      Il contesto, ovviamente è quello che ha originato questo post: un semplice invito a immedesimarsi negli altri, niente più.
      Ti ringrazio molto, sei sempre molto prezioso con i tuoi contributi.

      Elimina

Questo blog ha i commenti in moderazione.

Info sulla Privacy