Noi apparteniamo prima di tutto a noi stessi e se vogliamo dare e offrire il massimo delle nostre capacità a chi incontriamo per strada, dobbiamo imparare prima di tutto a essere il massimo per noi stessi.
Capite subito che dopo aver letto la precedente affermazione una voce come "il senso di appartenenza" ha un significato vuoto e molto limitante.
Non dobbiamo subire nessun senso di appartenenza, noi apparteniamo a noi stessi. Possiamo sentirci in simbiosi con il lavoro che facciamo ma non apparteniamo all'ambiente di lavoro in cui operiamo. La nostra professionalità non ha bisogno di questi condizionamenti.
Noi apparteniamo a noi stessi e nutrire un senso di appartenenza verso un ambiente o una comunità o quello che si vuole è soltanto un modo per non essere se stessi e non dare valore alla propria individualità. Nutrire un senso di appartenenza verso un ambiente o una comunità è soltanto un modo per renderci docili e impersonali.
Nasciamo da soli e moriamo da soli, a dispetto chi ci accoglie e di chi lasciamo.
Noi non siamo nati per fare i gregari, siamo unici e tutto quello che cerca di uniformarci e di farci sentire parte di un uno generale, purtroppo, ci mediocricizza e non ci permette di esprimere al meglio le nostre qualità.
Per questo non bisogna subire i concetti limitanti che si nascondono tra le frasi retoriche e fatte.
Purtroppo tra i mali comuni della società moderna c'è quello di uniformare il più possibile e il modo più semplice per uniformare è usare la retorica, costruendo frasi che dal mio punto di vista non hanno molto valore.
Frasi utili a farci sentire tutti uguali anche se uguali non lo siamo per niente. Frasi utili a farci sentire importanti per cose che importanti non lo sono. Frasi che iniziano a infilarsi nel nostro cervello e nel nostro inconscio sin da bambini.
Frasi e parole perfette per trasformarsi in esseri ligi al dovere senza tanti grilli e sogni nella testa.
No, non è il senso di appartenenza che può renderci felici: dovremmo capirlo.
---------------
"Grazie per la lettura"
---------------
Purtroppo a livello retorico è un tipo di appello che funziona molto bene, soprattutto con le pecore.
RispondiEliminaahhah, però ho visto giusto!
EliminaSono d'accordo con quello che dici sull'importanza della propria unicità e individualità, però non per forza il senso di appartenenza deve essere qualcosa di negativo o omologante. Potrebbe essere che un gruppo di persone (o anche solo due) abbiano una visione comune su qualcosa e sentano per questo una certa comunanza o un'appartenenza a un ideale.
RispondiEliminaOppure c'è anche il senso di appartenenza a un luogo, a volte si sente un percezione molto forte in certi ambienti (e non per forza abitati), come se in effetti l'ambiente rispondesse a delle nostre caratteristiche e sentiamo un po' di appartenervi. Ma non deve essere una limitazione, una castrazione, anche perché siamo molto sfaccettati e quindi anche quando e se "apparteniamo" non lo facciamo con la nostra totalità.
Poi se uno vuole utilizzare quel concetto per inglobare e limitare qualcuno allora è un altro discorso.
Capisco... io per esempio sono nato in un paesino di montagna e so che non riuscirò a staccarmi. Il senso di appartenenza a quei luoghi è impregnato in me sino al midollo, ma prima di appartenere io a qual luogo è quel luogo che appartiene a me.
EliminaIn fondo, non è specificato chi appartiene cosa, quindi va benissimo anche la tua interpretazione: il luogo ti appartiene.
EliminaAnche tu hai delle ragioni del tuo commento... ma come ho scritto all'inizio aborro la forma retorica di questa frase e ciò che intendo in qul contesto credo non abbia bisogno di spiegazioni
EliminaGrazie Kuku
Concordo in pieno:sagge parole!
RispondiEliminaSono contenta di poter commentare...ti seguo sempre ma x lungo tempo ho avuto i commenti disattivati. Spero che questo ripristino rimanga stabile. Ciao, buona settimana!
Ciao Marina, grazie
EliminaRicordo un evento in cui un parente voleva una piccola parte di eredità dei defunti genitori ,perché diceva di non voler perdere quel
RispondiElimina"senso di appartenenza"!
Spesso il senso di appartenenza porta al bisogno/diritto di proprietà!
Beh qui non saprei quanda retorica o luogo comune vi sia,ma sta difatto che il denaro è il vertice del senso di appartenenza!
Però dai ci sta che quando sento altre persone vicine alle mie
percezioni io avverta quel " senso di appartenenza".Ecco condivido la prima parte del commento di Kuku.
Ma ci sta che magari il suo post è mirato ad una interpretazione diversa dalla mia ..
Buona serata
L.
Su linkeidn mi è giunto da una dottoressa algerina - in lingua francese - un commento che avrei voluto fosse parte del mio post:
Elimina"Senso di appartenenza" è una sensazione violenta perché viene chiesto alle persone di adottare un comportamento e di aderire ai valori di coloro che li circondano senza cercare di capire la loro vera identità e gli eventi che li modellano".
Era quello che volevo trasmettere con questo post, grazie e buona serata L.
Ma si credo che con l'uso del verbo "uniformare" lei era già riuscito di suo a trasmettere ciò che intendeva.
EliminaTeoricamente e liberamente così come è stata espressa l'interpretazione del "senso di appartenenza" qui , per ognuno,dovrebbe avere la stessa spontaneità e libertà sotto il profilo realmente pratico ,credo.
Ieri mi veniva in mente un testo di Giorgio Gaber...
"L'appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé".
Buona giornata..
L.
Belle le citazioni che arricchiscono
EliminaGrazie L.
Credo che il senso di appartenenza possa nascere solo spontaneamente, nel qual caso non diventa una prigione; se ce lo mettono addosso gli altri diventa un abito troppo stretto. Personalmente non l'ho mai provato, perciò posso sbagliarmi.
RispondiEliminaEsatto, non farselo mettere addosso
EliminaA livello di filogenesi il senso di appartenenza è qualcosa di molto antico, perché deriva dagli animali che formavano il branco, e che per l'Uomo è diventato la tribù prima, la società poi. In entrambi i casi lo scopo era quello di rafforzare i singoli individui attraverso il principio "l'unione fa la forza". Quindi il senso di appartenenza è tutt'altro che qualcosa di negativo; ma lo diviene quando viene utilizzato a livello ideologico, ed è infatti lì che spunta poi la retorica.
RispondiEliminaC'è un saggio di Silvana De Mari che tocca anche questo tema, però non te lo consiglio: sorvolando sul personaggio che è, il libro non è poi granchè, ed è scritto piuttosto maluccio.
Sono della tua idea. Si sente di avere un senso di appartenenza, ma come tu scrivi non deve essere messo su base ideologica
Elimina