domenica 6 gennaio 2019

Il cibo della Befana

Nino di Mei
In uno dei miei racconti artistici dal titolo La tata c'è un episodio di fantasia legato a una persona che trascorreva molto tempo in casa nostra quando ero piccolino. Si occupava di noi bambini quando la mamma andava a impacchettare le forbici nei magazzini dell'officina. Da lei si andava raramente. Tuttavia la sera della vigilia della Befana, durante la sfilata dei Re Magi, era un rito trascorrere la fine della serata a casa sua e aspettare l'arrivo della Vecchina con la Scopa. 

Dalla tata, come in tutte le case povere di quegli anni, c'era sempre sulla tavola, per chiunque arrivasse, un piatto con delle castagne e delle patate lesse. Certo non c'era più la miseria che i nostri vecchi avevano provato durante la guerra, ma certi rituali e certe frugalità non erano mai state abbandonate ed estirpate del tutto. 

Di solito ci si trovava da lei dopo il passaggio per i vicoli del paese del corteo con i Re Magi

Ricordo che sparavo sempre di trovare qualche piccolo giocattolo anche nella notte della Befana, ma dalla tata più che un calza con qualche arachide, qualche nocciola, delle noci, dei mandarini e dei cioccolatini non si aveva. 

Però la nostalgia di quel periodo e davvero forte, forse per la sensazione di poesia che c'era nell'aria, visto che si credeva e si pensava che fosse davvero la Befana che scendeva dal camino a lasciare quei piccoli doni. 

Non c'erano tutti i selfie di oggi e i flash dei telefonini e neppure le immagini di piatti luculliani sui social e non c'era neppure il turismo e ricordo che portavamo un passamontagna di lana che lasciava visibili solo gli occhi e che quando i Re Magi si fermavano a cantare gli si offriva del vino caldo e magari si cercava pure di cantare imitando la gente grande. 

Ricordo che erano gli ultimi giorni di festa perché da lì a poco sarebbero ricominciate le scuole e la serata si concludeva con gli ultimi panettoni tenuti da parte proprio per questo momento e magari papà ci faceva sorseggiare pure un sorso di vino di mele... 

Tanto la Befana non diceva nulla. 

La tata trascorreva da noi quasi tutti i pomeriggi della stagione fredda. Compariva a casa subito dopo pranzo, qualsiasi tempo ci fosse fuori. Si sedeva su una sedia oppure sul divano, stava lì al caldo e non dava fastidio a nessuno... 
Ferruccio Gianola - La tata 


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"Grazie per la lettura e buone feste"

10 commenti:

  1. Io mangiavo il torrone
    Alessia

    * Bellina la vecchina

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  2. Avevo anch'io il passamontagna come il tuo!! Un saluto

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    1. L'aspetto particolare nel mio caso è che stavo in giro con un maglioncino e il passamontagna e non avevo assolutamente freddo.

      Grazie Anna

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  3. Tutto era diverso quando eravamo bambini: Gli alberi erano più alti, gli spazi più aperti e i cibi più gustosi. Alcune cose rimangono impresse nella nostra mente per molto tempo e qualche volta finiscono per restare per sempre con noi. È semplicemente fantastico ciò che hai descritto.

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    1. Oh grazie Gennaro, a volte penso semplicemente che i ricordi sono cose più cose più grandi di noi

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  4. Io attendevo la befana...e andavo a letto con l'ansia che mi cogliesse ancora sveglio... la mattina dopo festa con i dolci della calza...calza che ancora oggi, alla soglia dei sessanta, mia mamma mi fa trovare... ;)

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    1. Purtroppo per me sono le seconde festività senza la mamma. Ti invidio tanto e tienila da conto

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  5. Ci sono alcuni posti dove ancora i Re Magi vanno per le case a cantare una canzone. Solo che poi, a suon di bicchierini, non so quante case riescano effettivamente a visitare :D

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    1. Da me non vanno di casa in casa, ma fanno il giro del paese e alla fine gli ubriachi non si contano

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