lunedì 10 dicembre 2018

Lo scrittore più intelligente di sempre

Disegno a china di Goethe
James McKeen Cattell, Catherine Cox Miles, Maud Merrill, Lewis Terman, Tony Buzan e Herbert J. Walberg probabilmente sono tutti nomi che non vi dicono nulla. Vi capisco perché li ho scovati per caso anch'io. Dovrebbero essere studiosi di psicometra (Indagine psicologica tendente alla valutazione quantitativa dei comportamenti) e andando a leggere le abilità cognitive riferite a Goethe, scritte da un amico nella pagina di Wikipedia dello scrittore tedesco, non diventa difficile avvalorare le loro tesi e considerare Goethe Lo scrittore più intelligente di sempre

Il record culturale di oggi si presta moltissimo a una discussione me ne rendo ben conto, anche perché è costruito su delle supposizioni e più che altro bisogna vederlo a livello simbolico. In poche parole nulla di scientifico e provato ma solo delle ipotesi messe lì. 

Tuttavia, tutti i nomi che trovate nel paragrafo all'inizio mettono nelle loro considerazioni l'autore de' I dolori del giovane Werther, delle Affinità elettive e del Faust come lo scrittore più intelligente di sempre. 

Certo il risultato è frutto di una media fatta dal sottoscritto, fatta prendendo in considerazione i vari contributi dei personaggi citati nel paragrafo iniziale. Siccome uno lo mette la primo posto, uno al secondo, un altro ancora al primo e via di seguito mi è parso quasi elementare assegnare questo Record Culturale odierno a Goethe

Ovviamente se non siete d'accordo, e ritenete ci sia qualcuno più meritevole di appropriarsi di queste singolare Primato non deve fare altro che segnalarlo in un commento. 

Io chiudo intanto aggiungendo l'incipit di un altro testo dell'autore tedesco, questa volta orientato a un altro campo, quello della scienza, tanto per rendersi conto della complessità e dalla fame di sapere dell'autore... 

La seduta dell'Istituto di Francia, del 22 febbraio 1830, è stata il teatro di un avvenimento significante, del quale devono essere necessariamente importanti le conseguenze. In quel santuario delle scienze, dove tutto segue in presenza di un pubblico numeroso, e con perfetta convenienza di modi, dove le parole hanno l'impronta di un carattere di moderazione che suppone un poco di quella dissimulazione che si trova nelle persone educate, dove i punti di litigio sono piuttosto lasciati in disparte che non discussi; in quel santuario appunto è sorta una discussione, che potrebbe veramente diventare una contestazione personale, ma che, veduta da vicino, ha una importanza ben maggiore. 
Johann Wolfgang von Goethe - Principii di filosofia zoologica e anatomia comparata 


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"Grazie per la lettura" 

Fonti - Abilità cognitive (Alessio Montagner)

17 commenti:

  1. Vallo a dire a Piergiorgio Odifreddi, che secondo lui Goethe ha rifiutato la teoria dei colori di Newton perché non l'ha capita ;-D
    In realtà Goethe aveva concepito una strada della scienza alternativa e non compatibile con quella di Newton, e se avesse prevalso, oggi ci troveremmo con un tipo di sapere molto diverso da quello a cui siamo abituati. So che la scienza goethiana viene insegnata, ma non so in che misura e a che livelli, nelle scuole antroposofiche di Rudolf Steiner, che fu uno dei curatori della parte scientifica dell'opera omnia di Goethe.

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    1. Chi si impone impone anche la propria forma di cultura!
      :-D

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    2. Odifreddi è ciò che sarebbe stato Bertrand Russell se avesse avuto un ictus devastante.
      La teoria di Goethe è crollata per due motivi. Primo, faceva una previsione errata sul colore viola - però si poteva correggere, in fondo neanche la teoria di Newton faceva previsioni sempre perfette in tutti i contesti. Secondo, che è il punto importante: non era matematica. Sarebbe stata tutta da formalizzare, e bisognava anche inventarsi l'experimentum crucis: e se valeva la pena farlo con Keynes (caso analogo in economia!), con Goethe avevano già una teoria formalizzata che funzionava. Però è vero, volendolo poteva diventare una teoria alternativa, una che fa previsioni identiche ma tramite un meccanismo molto diverso. Il buon Steiner si è preso troppe libertà: la sua medicina e la sua agricoltura sono pseudoscientifiche, Goethe non le avrebbe fatte così. Però mostrava una notevole comprensione dell'animo umano: la sua pittura funziona, la sua architettura è geniale, e la sua pedagogia si è rivelata intellettualmente più formativa della tradizionale (se avessi un figlio - dio non voglia, poveretto... - sicuramente gli farei fare le elementari ad una scuola Waldorf, le medie non so, il liceo uno musicale).
      - Alessio, quello citato in fondo, scrivevo su penna blu per chi ha memoria, ogni tanto intaso il blog di Salvatore...

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    3. Alessio, sei il benvenuto, non intasi nulla, anzi!

      Più che valore aggiunto!

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    4. No, dicevo, Anfuso. E poi non so perché se uso l'account di Google ho questo Nick.

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    5. Conosco il blog di Anfuso, c'è anche il tuo link a linkedin su questo stesso post. Non sei un estraneo

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  2. Tra l'altro Goethe fu pure profeta: «Il destino di Europa è l' Islam temperato dai pomeriggi di Grecia» scrisse.

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  3. Mi fido dei tuoi conti e delle tue valutazioni Ferruccio.
    Ritengo però che non sia così semplice stabilire chi sia l'uomo più intelligente seppure tra Geni della scrittura o scienza
    Poi, forse è una valutazione abbastanza personale.
    Per spiegarmi. Se io ritengo per esempio che la teoria del big bang è una emerita scemata, riterrò stupido chi pensa il contrario ma sarà intelligente per chi la condivide.

    OT Comunque non ho mai letto Goethe. Il Werther è lì da secoli ma non mi sono anora decisa :)

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    1. Be' non è facile "accettare" questo record, anche perché non ci sono tipi di test, ma solo ipotesi.

      Penso che potrebbe piacerti Le affinità elettive

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    2. Ce l'ho? Non ce l'ho? Non so. Devo guardare. GRazie della dritta però.

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    3. La psicometria ha i suoi metodi. Però... Primo, la sua definizione di intelligenza è discutibile (saper risolvere meglio degli altri certi test è un po' poco, e tende a creare deformazioni statistiche), e secondo, non si può certo fare alcun test sui morti. I ricercatori sopra detti si sono basati per lo più sulla precocità intellettuale (più qualche altro fattore). Tra le altre cose, ho sentito dire che il Goethe bambino avrebbe scritto un romanzo epistolare in 6 lingue diverse per allenarsi, ma non l'ho mai visto pubblicato da nessuna parte...
      (sono Alessio, ignora il nick...)

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    4. Grazie Alessio, per la puntualizzazione più che necessario. Io l'ho "banalizzato" usandolo come Record culturale: è evidente che gli studi su Goethe ne facciano emergere lo spessore!

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  4. In realtà bisognerebbe prima definire cosa si intende con "intelligenza". Una definizione che viene data da molti psicologi è "la capacità di risolvere problemi in maniera creativa". Il senso comune la vede invece correlata alle abilità logico-matematiche, e non so se Goethe fosse abile in questo. Poi c'è la teoria delle intelligenze multiple di Gardner, che indica le abilità logico-matematiche come solo una delle nove forme di intelligenza umane.
    Comunque Isaac Asimov era un chimico e faceva parte del MENSA.

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    1. E aveva anche molto da ridire sul mensa, non gli piaceva affatto. Asimov comunque riconosceva Minsky (morto di recente, e crioconservato) e Sagan come più intelligenti di lui. E Sagan ha scritto anche dei romanzi. Candidato?
      Personalmente credo che l'unico uomo del quale non si può avere dubbio come "più intelligente di sempre" a prescindere da definizioni e altro è Aristotele, che però non è uno scrittore (similmente potrei dire di Leibniz). Tra i contemporanei che ritengo più intelligenti, mi viene da pensare a Hofstadter, che in effetti è una specie di scrittore, e Story Musgrave, che è critico letterario (oltre che neurochirurgo, pilota d'aerei, astronauta, ingegnere, architetto...). E poi ci aggiungerei uno che non si aspetta nessuno, il cardinale Oscar Maradiaga (che non è scrittore neanche lui, anche se scrive in modo abbastanza letterario).

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    2. A volte mi piace pensare a personaggi del passato e vederli inseriti nel nostro mondo. Be' sono convinto che lascerebbero la stessa influenza, sa questo presupposto direi che un Goethe si sarebbe fatto ben conoscere anche se fosse un uomo dei nostri tempi

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