Mio padre teneva le statuine e il necessario per gli addobbi del presepe in una cassetta d'alluminio colorata. Aveva una ventina di statuine grandi come il palmo di una mano di un uomo. Erano in gesso e cartapesta con l'anima in fil di ferro.
Tra le varie statuine c'erano un contadino che conduceva un manzo e un uomo con un cappello che preparava le caldarroste. C'era un pastore con un agnello sulle spalle. C'erano gli zampognari. C'erano una contadina con la gerla e una massaia che lavava i panni. Poi c'erano pecore e capre e oche e galline. Nel presepe ci stava una casa che tante volte avrei voluto usare per i miei giochi con i soldatini.
Ma, prima che preparasse il presepe, non sapevo neppure dove teneva queste meraviglie mio padre.
I primi anni glielo vidi fare nel camino, visto che si usava solo d'estate e nelle stagioni intermedie quando non andavano i caloriferi, poi in seguito e fino a quando gli fu possibile utilizzò una stanza apposita.
La preparazione e l'allestimento del presepe erano sempre un rito. Da fare in silenzio con l'odore umido del muschio che si propagava negli ambienti. Per fare le montagne, mio padre, usava dei pezzi di legna che rivestiva con della carta marrone. A volte dipingeva di bianco queste montagne per simulare la neve sulle cime. Per fare gli stagni e i torrenti usava della carta stagnola.
C'erano sempre un'oca o due in questi stagni. Per segnare le strade e i sentieri la segatura. La capanna per il Bambino l'aveva costruita lui. Era di legno e la posizionava sempre a ridosso delle montagne. Alla fine ci metteva qualche lucetta come quelle che metteva sull'albero. Nella stanza c'era sempre uno strano odore nei primi giorni, ma poi scompariva.
Il Bambino si metteva il giorno di Natale, quando nella stanza dove c'era il presepe apparivano anche i regali. Mio padre ci consentiva di fare avanzare sulla strada i Re Magi con il loro codazzo, ma questi - come tutti sanno - giungevano alla capanna solo il giorno dell'Epifania.
Questa era la storia del presepe più bello di mio padre e ora che l'ho scritta spero di sognare ancora quei giorni.
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"Grazie per la lettura e buone feste"
Mi sono emozionato leggendo la tua storia. E mi sono ricordato di quando anch'io preparavo il Presepio assieme al mio papà con le statue in "ceramica di Capodimonte". Ad essere sincero, credevo che la rappresentazione della Natività - con Epifania finale, fosse un'usanza esclusivamente meridionale e che voi al Nord avevate l'uso dell'albero di Natale - con Babbo Natale. Poi, da noi qualcuno cominciò a fare l'albero e i regali il 25. Allora eravamo riluttanti a questa cosa un po' come oggi si lanciano anatemi alla festa di Halloween, per intenderci.
RispondiEliminaA parte tutto ciò, ti auguro di cuore un Buon Natale!
Buon Natale a te e ai tuoi Gennaro, è grazie per l'emozione che mi hai restituito
EliminaGrazie Ferruccio, buon Natale
RispondiEliminaAlessia
Buon Natale a te!
EliminaGrazie Ferruccio è bello tornare coi toui racconti alla mia infanzia!!
RispondiEliminaBuon Natale!
Buon Natale Anna!
EliminaMio padre era un maniaco dell'ordine. Conservava tutto (capanna, magi, angeli, decorazioni dell'albero ecc) in appositi scatoloni con apposite etichette.
RispondiEliminaImpossibile sbagliare.
Penso a lui quando facciamo il presepio (l'albero non lo facciamo, siamo troppo pigri)
Premesso ciò, BUON NATALE e FELICE 2019
Devono esserci da qualche parte, magari in qualche cassapanca in solaio.
EliminaBuon Natale anche a te.
Bellissima storia e splendidi ricordi, anche se mi dispiace farti notare che, il presepe più bello, rimane il mio.. ahah:
RispondiEliminahttps://francobattaglia.blogspot.com/2018/12/presepe-20.html
Buon Natale Franco!
EliminaÈ sempre un piacere leggere racconti del passato per sognare e ritornare indietro con i pensieri, tu lo fai in modo da farmeli vedere ...
RispondiEliminaGrazie Cinzia
EliminaMi è sempre piaciuto preparare il presepe... non sempre lo faccio, a volte è piccolo e a volte è grande, ma ci sono sempre pecore a volontà. Ha una suggestione particolare, che in un certo senso controbilancia quella dell'albero di Natale.
RispondiEliminaDa ragazzino era un rito anche per me, poi boh...
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