mercoledì 3 ottobre 2018

Settant'anni di TeX Willer

Nel lontano 30 settembre del 1948 nacque senza molte aspettative il fumetto di Tex Willer. Fu scritto e creato da Giovanni Luigi Bonelli e dal disegnatore Aurelio Galleppini (Galep). Partendo dalle strisce sino agli album celebrativi, a cavallo di  indagini sociologiche e di  tesi di laurea, settant'anni dopo però il ranger è vivo più che mai e continua a essere il fumetto più venduto in Italia e forse anche al mondo. 

Quando conoscevo, da ragazzino, qualcuno più grande di me che possedeva degli albi di Tex Willer lo consideravo un idolo e un esempio. Quando c'era la possibilità di averne in prestito da leggere qualche copia erano sempre una grande festa. Insomma costavano e al massimo si poteva prenderne uno o due all'anno. 

Certo non devo andare indietro di settant'anni, all'origine del fumetto, per ricordare quei momenti, ma è passato molto tempo da allora e molti album nel frattempo, per fortuna - quasi tutti quelli pubblicati - sono stati letti. 

L'amore per la scrittura e per la narrativa è per alcune delle mie passioni è nata grazie a Tex Willer. Non posso fare la conta di tutte le mie avventure western vissute da bambino avendo Tex Willer e i suoi pards, Kit Carson, Tiger Jack e Kit Willer come ispiratori. 

Forse non mi sarei cimentato nella scrittura di racconti western e magari neppure mi sarei interessato ai nativi americani se non mi fossero passati tra le mani le tavole del Ranger. 

Per anni, sebbene cresciutello, non mi sono perso una pubblicazione e non ho mai rinunciato alle ristampe, agli almanacchi, ai Texoni e alle varie proposte che si potevano trovare in edicola, anche se li nascondevo tra le pagine di un quotidiano per non farmi vedere. Ho smesso di fare al raccolta quando ha chiuso l'edicola vicino a casa. Tuttavia sono ancora ben presenti in casa e su alla baita. 

Alcuni albi di Tex Willer sono stampati nella mia memoria, in maniera indelebile: Pueblo Bonito, Tragico assedio, Tramonto rosso, I cavalieri della vendetta, El muerto

Ce ne sono molti altri, ma questi che ho citato hanno veramente lasciato qualcosa. Forse perché li prendevo il mese di agosto, quando si era liberi da tutto. 

Di certo hanno lasciato qualcosa anche a mio padre, perché certi disegni e certi suoi lavori sembrano a prima vista ispirati a certe tavole degli albi di Tex Willer. Credo siano nati così i cavalli che ho allegato. 



"Grazie per la lettura"

6 commenti:

  1. Oddio non penso sia il fumetto più venduto al mondo... il record ufficiale mi pare proprio spetti a One Piece.
    In ogni caso, lunga vita a Tex! Ho preso l'albo del settantennale e mi è piaciuto; penso prenderò anche la nuova serie dedicata alle imprese giovanili del nostro ranger :)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, infatti devo averlo come record, la fonte che ho usato è orientata su fumetti e non manga!

      Elimina
    2. Ah intendevi in Italia quindi! :)

      Moz-

      Elimina
    3. No, volevo dire che la fonte usata in questo post fa distinzione tra fumetto e manga. One Piece l'ho usato come manga più venduto al mondo

      Elimina
  2. Ti dirò: io non vedevo l'ora di cominciare a leggere per leggere le avventure degli albi di mio zio, vale a dire Tex, Capitan Miki e il Grande Blek. Poi per ripicca scelsi di cominciare a collezionare Zagor. Ma se leggo e scrivo tanta parte (o colpa) è anche di Tex

    RispondiElimina

Questo blog ha i commenti in moderazione.

Info sulla Privacy