lunedì 22 ottobre 2018

L'opera capostipite della prosa in volgare italiano

Come è già accaduto in altri momenti sul mio blog, sullo spunto del post di ieri I maccheroni di Giovanni Boccaccio, dedicato allo scrittore e poeta italiano, oggi si ritorna a parlare del Decamerone, considerata L'opera capostipite della prosa in volgare italiano, Record Culturale per questa settimana... 

Giuro che comincio ad avere qualche difficoltà con i Record Culturali, non a trovarli sia chiaro, ma a volte temo di averli già presentati e postati in tempi remoti. Naturalmente prima di passare alla stesura vera e propria di un post, verifico che non ci sia qualche pagina simile sul blog, ma se dovesse capitare abbiate un po' di compassione per il sottoscritto. 

Detto questo mi pare che quello odierno tuttavia non sia mai stato pubblicato. Ho trovato poche cose riferite a Boccaccio. Le ricerche non mi hanno condotto a nulla di simile e siccome questo Record mi è capitato sotto gli occhi mentre preparavo il post di ieri, non ho avuto esitazioni nel servirmene. La lingua volgare italiana scritta è stata molto presente nei miei studi scolastici e sebbene l'abbia un po' rimossa non mi ha mia creato un rifiuto. 

Ma devo anche confessare che a parte qualche piccolo brano preso qua e là non ho mai letto il Decamerone. Perciò sparo siate voi ad avere qualcosa da dire in merito. Della raccolta di cento novelle scritta nel XIV secolo non sono in grado di fare una valutazione Io come al solito mi fermo all'incipit... 

Umana cosa è aver compassione agli afflitti; e come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richiesto li quali già hanno di conforto avuto mestiere, e hannol trovato in alcuni: fra' quali, se alcuno mai n'ebbe bisogno, o gli fu caro, o già ne ricevette piacere, io son uno di quegli. Perciocché dalla mia prima giovanezza infino a questo tempo oltre modo essendo stato acceso d'altissimo e nobile amore, forse più assai che alla mia bassa condizione non parrebbe, narrandolo, si richiedesse, quantunque appo coloro che discreti erano, e alla cui notizia pervenne, io ne fossi lodato e da molto più reputato, nondimeno mi fu egli di grandissima fatica a sofferire, certo non per crudeltà della donna amata, ma per soperchio fuoco nella mente concetto da poco regolato appetito: il quale, per ciò che a niuno convenevol termine mi lasciava contento stare, più di noia, che bisogno non m'era, spesse volte sentir mi facea. 
Giovanni Boccaccio - Decamerone 


"Grazie per la lettura" 

Fonte - Decamerone

6 commenti:

  1. Sì, l'ho rivisto ultimamente in un testo linguistico e pare sia proprio Boccaccio ad aver aperto le danze :)

    Moz-

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  2. In verità, l'unica cosa che ho letto del Decamerone di Boccaccio è il tuo incipit, adesso. :-)
    Ti dirò di più, quando ne sento parlare, invece che al suo autore naturale, associo le novelle al compianto Pier Paolo Pasolini. Non me ne voglia il poeta certaldese.

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    1. Capisco Gennaro il Decameron di Pasolini è nell'immaginario!

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  3. Non è un testo facile da leggere, almeno per me! Ci vorrebbe un testo a fronte in italiano moderno, oppure delle note che facilitino l'impresa, oppure aver fatto un corso universitario sul volgare! I periodi sono troppo lunghi!

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