Lo so e mi rendo conto che questo articolo può essere frainteso e magari visto come una polemica, ma io preferirei vederlo come una provocazione utile ad aiutare gli scrittori, specialmente quelli che si definiscono aspiranti scrittori.
Non so perché ma i termini e le parole Aspiranti scrittori o Aspirante scrittore non mi piacciono per nulla. Mi danno un senza di impotenza e limitatezza senza fondo. Sono parole e termini che non mi dicono niente e non so cosa mi stanno a significare. Me lo chiedo tutte le volte che ne incontro uno.
Mi spiace, ma in tutti i contesti in cui la trovo mi sembrano fuori luogo. Abbiate pazienza ma non mi trovo per nulla con la figura dell'aspirante scrittore. Non capisco cosa esattamente significa. E non li prendo neanche in considerazione. Uno scrittore non può essere aspirante. O scrive o non scrive.
A cosa aspira? Al successo?
Potrebbe essere un aspirante scrittore chi non scrive e lo vede nel proprio futuro. Uno che si sveglia una mattina e decide all'improvviso di scrivere un romanzo o un racconto, ma se uno ha già scritto un racconto o un romanzo la definizione se la dà da solo. Ma nel momento in cui uno scrive non è più uno scrittore aspirante. Che abbia successo o meno.
Uno scrittore non è un medico, o un avvocato o un notaio o un altro professionista che ha bisogno di una serie di esami per poter esercitare in pieno quella determinata professione. Uno scrittore può essere completo e maturo a vent'anni indipendentemente dal successo che ottiene.
Se volete scrivere toglietevi di torno questa ridicola voce. Non diventerete mai degli scrittori se siete degli aspiranti scrittori. Lo rimarrete tutta la vita. Se proprio è necessario e non vi sentite ancora degli scrittori fatti e finiti, fatevi chiamare apprendista.
Insomma non c'è l'aspirante muratore, ma l'apprendista muratore e fare lo scrittore e come fare il muratore, invece di mattoni e della malta si usano le parole e l'inchiostro.
Più si lavora, più si apprende... Più si scrive, più si apprende e si impara. Non ci vedo nulla con le aspirazioni.
"Grazie per la lettura"
Questa volta sono d'accordo con te Ferruccio.
RispondiEliminaBuona giornata.
Marina
Grazie Marina, buona giornata a te: è una voce che non tollero!
EliminaVero. La cosa fondamentale è scrivere!
RispondiEliminaPiù che mai d'accordo!
EliminaDiscorso che nn fa una grinza il tuo, Ferruccio.
RispondiEliminaChi scrive abitualmente può condiderarsi "scrittore" magari in senso lato. Aspirare al successo e alla fama è un conto ma se si scrive bene o male scrittori lo si è.
Più che altro, a questi scrittori alle prime armi direi che servono costanza, coraggio, umiltà e tanta tanta pratica. Anhe aspirazione se vogliamo ma a diventare grandi scrittori non solo scrittori
Grazie Patricia!
EliminaNei primi tempi del mio blog mi è capitato spesso di toccare questo argomento, anche ironizzandoci su, perché quell'"aspirante" mi ricorda tanto lo Hoover... ;) Credo però che alla base di questa timidezza degli autori rispetto alla definizione di scrittori (che ho provato anch'io) ci sia lo spiazzamento rispetto allo status dell'artista. Un muratore lo definisci tale quando svolge quell'attività come lavoro ed è pagato per farlo; il confine è semplice. Quando io e mio marito costruivamo la nostra casa, anche se materialmente la stavamo mettendo su pezzo dopo pezzo, non avremmo pensato di definirci muratori. Quindi capisco l'imbarazzo di chi magari scrive da poco, e trova importante avere un'etichetta, anche se dopo un po' diventa solo un tormentone senza senso.
RispondiEliminaGrazia è esattamente quello che ne uscito su Linkedin, sono anche d'accordo con quello che dici, lo trovo però demotivante. Forse intimamente uno scrittore alla prime armi può dirsi e sentirsi aspirante, ma nel momento in cui si dichiara è uno scrittore e basta, magari può fallire come scrittore ma non è più aspirante, secondo me :-)
EliminaGrazie